Tre performance in film zombie che ci hanno veramente lasciato a bocca aperta.
Mostri, demoni, vampiri, fantasmi e donne. Un legame ben più arcano e perfetto di quanto immaginiamo. Noi appassionati lo sappiamo bene, ogni film horror che si rispetti ha tra i suoi molteplici protagonisti una donna, pronta a confrontarsi con il male meglio di chiunque altro. Basti pensare a uno dei più strepitosi maestri del cinema dell’orrore Italiano: Dario Argento, che con "Suspiria" e molti altri capolavori di genere ha consolidato sullo schermo bellezza ed eleganza congiunti a oscurità e scene inquietanti. E perchè dunque non citare figure come Laurie Strode (interpretata da Jamie Lee Curtis) nella famigerata saga di "Halloween" alle prese con un certo “Michael Myers”, o Nancy Thompson (interpretata da Heather Langenkamp), eroina proiettata nel mondo dei sogni, o forse degli incubi, di "Nightmare" e del suo protagonista Freddy Krueger, insieme a tantissime altre opere da citare per cui non basterebbero, di certo, un paio di pagine. Insomma, da sempre la donna mantiene un ruolo importante all’interno del cinema dell’orrore sfoggiando eroismo, fascino e tanto coraggio Vediamo dunque le tre performance di tre attrici in film CULT di zombie che ancora oggi non riusciamo a dimenticare.
“Ti sei chiesto, tipo, qual’è il modo più orribile di morire? Per me il modo peggiore sarebbe che un gruppo di vecchi mi girasse intorno e iniziasse a mordermi e a mangiarmi viva. Per prima cosa, mi STRAPPANO I VESTITI!”
Ditemi. Vi ricorda forse qualcosa? E come non potrebbe.
Il Ritorno dei Morti Viventi è un cult assoluto rimasto impresso nella mente dei più appassionati. Girato nel 1985 da Dan O’Bannon si lega a doppio filo al girone degli “zombie” di George A. Romero proponendoci una spiegazione, seppur fantasiosa, legata al risveglio dei cadaveri e promuovendo un tipo di nemici mai visti prima affamati di cervelli umani
IL RITORNO DEI MORTI VIVENTI - SAGGIO ILLUSTRATO
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Linnea Quigley, alias Trash, (attrice di film horror per antonomasia come "La Notte dei Demoni" e "Nightmare 4 - il non risveglio") offre agli spettatori una performance unica e indimenticabile in una delle scene più iconiche del cinema horror, mettendo in risalto il proprio corpo in una Death Erotic Dance che ha veramente dell’incredibile, unendo sensualità e, diciamolo, profonda immoralità nella cupa atmosfera di un posto (il cimitero) che nessuno di noi avrebbe il coraggio di violare.
Trash porta con sé e mostra a noi osservatori i canoni esemplari dei film anni 80 che tanto ci hanno appassionato, come il punk, la spudoratezza dell’erotismo e una diversa visione della morte, perché è bene dirlo, la nostra bella Linnea Quigley muore e poi risorge rimanendo comunque, tra i vari zombie e la decomposizione circostante, ciò che di meglio potremmo Vedere. Non credete?
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Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.
“La fame e il dolore mi perseguitano. Il dolore di essere morti è… troppo forte!”
Come non perdersi negli occhi della bella e accattivante Julie, protagonista de "Il Ritorno dei Morti Viventi parte 3". Per quanto il capostipite di questi film ("Il Ritorno dei Morti Viventi") ci sia piaciuto tantissimo stuzzicandoci con momenti di terrore e rocambolesche scene ironiche non possiamo non considerare quanto il suo terzo sequel si discosti parecchio da questa linea narrativa. Esso è infatti più cupo, angosciante e notevolmente drammatico. Melinda Clarke (interprete di Julie) forse non ci è abbastanza nota, questo perché a differenza di Linnea Quigley ha interamente dedicato la sua carriera alle fiction televisive, potremmo infatti ricordarla maggiormente per la sua recitazione nella celebre serie televisiva "The OC" dove interpreta l'attraente Julie Cooper, nome, ironia della sorte, legato proprio al "Ritorno Dei Morti Viventi 3". Tuttavia l'interpretazione che vediamo all'interno del film ha qualcosa di affascinante e coinvolgente, ma allo stesso tempo tetro e triste. Julie ci viene rappresentata come la “Sex Girl” dei tipici primi anni 90, lontana dell'ormai obsoleto stile punk della nostra Trash e molto più vicina al mondo gotico (di fatto un suo derivato) che, a suo essere, la rappresenta molto. Julie è la classica ragazza spericolata, incurante del pericolo e curiosa, perché vittima di nient’altro che il trascorrere dell’adolescenza e di ideali poco chiari, e come non comprenderla. Nonostante il drammatico destino cui va incontro, è forse da morta che la nostra Clarke sfocia tutta la sua essenza, tenendoci incollati allo schermo ancor di più. Julie ci mostra un modo di vedere i morti viventi nuovo e rivoluzionario perché, lo sappiamo, da spettatori siamo stati sempre abituati a vedere gli zombie dall'esterno: lenti, goffi, in eccezionali casi parlanti, ma pur sempre “tonti”. Julie ci ha permesso di vedere cosa succede all'interno, ovvero nell'anima o, in maniera più semplificata, cosa ci accade una volta risorti. Con quel suo look alla rock band, gli atti masochistici per saziare l'implacabile fame, il sangue, un fisico mozzafiato e un barlume di coscienza “umano” ubicato chissà dove, Melissa Clarke ci ha colpito nel profondo regalandoci momenti di angoscia, tristezza e, soprattutto, ineguagliabile bellezza.
“Sappi che so badare a me stessa!”
La conosciamo tutti. Abbiamo imparato ad amarla, ad odiarla e ad apprezzare le sue interpretazioni, anche quelle più indecenti e clamorose (basti pensare a "Go Go Tales" e a quella voglia matta di baciare passionevolmente un rottweiler), e poi… è davvero il caso di non pensare a quel cognome? Come potremmo mai non farci caso? D’altronde. Asia Argento non si lascia sfuggire nessuna occasione, questo è chiaro, nemmeno quelle in cui ci vuole mostrare fascino sopraffino e abilità hollywoodiana. Anche se interprete di un ruolo minore all’interno del quarto capitolo legato alla serie sui morti del famosissimo George A. Romero: La Terra dei Morti Viventi, la bellissima Asia, nota in quella Pittsburgh post-apocalittica come Slack, ci regala un'interpretazione raffinata e un look da urlo combinando in un unico personaggio paura, passione, eroismo e tenacia. All’inizio ci viene presentata come una semplice escort incurante di ciò che la circonda e destinata a diventare nient’altro che un “pranzo domenicale” per due zombie all’interno di una gabbia con spettatori pronti a scommettere, per poi essere salvata dall’archetipo del cavaliere rusticano pronto a pestare i piedi a quelli in alto e a sconfiggere una società completamente corrotta (Simon Baker). Oltre all’aspetto seducente che la bella Argento offre al grande schermo (come anche nel "Dracula 3D" di papà Dario), ciò che ci importa di più è l’evoluzione che il personaggio di Slack subisce col progredire della trama, da cinica ad altruista e da dubbiosa a combattente, qualità, in fin dei conti, che rispecchiano a pieno le caratteristiche della cosiddetta Femme Fatale.
Tre pellicole collegate tra loro ma un mondo, quello della Femme Fatale, ben più vasto di quanto si pensi.
Lo abbiamo già detto. Il legame tra il mondo dell’horror e il genere femminile è indiscutibile e apprezzato, da Regan Macneil (Linda Blair in "L’esorcista" - 1973) a Carrie White (Sissy Spacek in "Carrie - Lo sguardo di Satana" - 1976 tratto dal romanzo di King) a Ellen Ripley (Sigourney Weaver nella fantascientifica serie di "Alien"), procedendo poi per una lista tanto lunga da perderne il conto. Tutto sommato e pensandoci bene, vi piacerebbe godervi uno dei vostri horror preferiti senza la protagonista di turno? Lascio a voi la risposta.
(Salvatore Porzio: 5 novembre 2024)
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