Maria sta pulendo il corridoio. La routine del lavoro non l’annoia più, anzi, è rassicurante.
Sa cosa aspettarsi da quelle lunghe ore, soprattutto nel pomeriggio.
“Aiuto!” l’urlo striscia sulle pareti della scuola semivuota.
“Che c’è?” reagisce spazientita Maria “C’ho già i miei problemi con quest’anca... ohi, ohi, devo proprio andare dal medico!”
“AAAAHH!”
Maria si affretta, barcollando. Sente tutti gli anni da bidella sul suo fisico.
Silenzio.
“Beata ragazza, avrà pestato una pozza di pipì!” sbuffa.
Sbuca da dietro l’angolo, corre con i capelli scuri arruffati, la bocca aperta e gli occhi chiusi. L’urlo come scia.
“Ma...”
“Un basilisco!” strilla.
“Un che?”
“Un basilisco! Va’ via!” e spinge Maria, che piomba a terra.
“Sei scema?” sbotta, premendosi il fianco. “Apri gli occhi! Sembri pazza!”
“Noooo! Il basilisco mi pietrificherà!” sussurra, avanzando con le mani tese “Il telefono! Chiama la polizia!”
“Per una bestia mi par...”
“È un mostro! Un enorme serpente che ti pietrifica! Ti pietrifica con lo sguardo!” la voce trema, come le sue mani. “È un incubo!” bisbiglia, piangendo. “Ha occhi rossi terribili!”
Il respiro diventa un rantolo, le ginocchia cedono e si trova a terra, a pochi passi da Maria.
“Un serpente...” esclama Maria, alzandosi a fatica. “Lo sistemo io, tranquilla.” e sorride.
“Non hai sentito? Ti pietrificherà!” Sara le afferra le gambe.
“Ma smettila!”
“Non lasciarmi!” la supplica.
Maria guarda Sara, poi il bagno e infine sospira.
“Dai, alzati!”, la esorta, ma lei aumenta la stretta.
Mentre la incoraggia, un rumore sconosciuto avanza.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
“La mamma quando torna?” chiede Giacomo.
“Ha finito un’ora fa, ma forse è dal medico.” spiega il papà. “Comunque inizio a preoccuparmi: la chiamo.”
Attiva lo schermo del cellulare, seleziona Mariaamore e partono gli squilli.
“Niente. Sarà in ambulatorio!”, decreta, poggiando il telefono sul tavolo.
Sullo sfondo, la foto di loro tre, illuminata.
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