Quando mi chiedono se c'è qualche "tipo" di horror che preferisco vengo sempre preso alla sprovvista in quanto non esiste un sottogenere che possa dire di prediligere rispetto ad altri; c'è però quella che più che altro è una attitudine trasversale, che si nota in romanzi e racconti ben diversi fra loro, ovvero quella che premia l'atmosfera e la costruzione del terrore rispetto a quella che ama spiegare ogni singolo dato e cerca sempre di dissezionare il mostro.
14 ORRORI DA LEGGERE
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Bird Box di Josh Malerman, esordio di notevole qualità da parte del frontman degli High Strung, gioca proprio sull'atmosfera e non sulle certezze e, all'interno di una storia tesa e intrigante dall'inizio alla fine, ha una parte iniziale da brivido che conquista il lettore e non lo lascia più fino all'ultima pagina. Ci ritroviamo infatti con Malorie dentro una casa in riva al fiume. Una casa abbandonata e fortificata, con i materassi sulle finestre, una casa dove tutto sembra suggerire la presenza di qualche terribile minaccia esterna. E questa minaccia esiste, è quasi tangibile, ma nessuno è mai riuscito a descriverla.
Cinque anni prima, mentre Malorie usciva, incinta, da una breve e sfortunata relazione, qualcosa è accaduto nel mondo.
Alcuni vaghi rapporti iniziali, notizie che rimbalzano in Rete, esplosioni di violenza che diventano sempre più comuni nelle strade di tutto il mondo, poi la morte della Rete, il silenzio di televisione e radio, il crollo della civiltà.
Qualcosa, una forza non meglio identificata, è in grado di far impazzire chiunque la guardi: basta un'occhiata e si diventa dei folli violenti e assetati di sangue, finendo poi con il suicidarsi in maniere tanto spettacolari quanto crudeli.
Nessuno è riuscito a sopravvivere per poi spiegare agli altri di cosa si tratti e quel che rimane dell'umanità si è abituato da tempo a vivere letteralmente alla cieca, bendandosi e cercando di evitare qualsiasi tipo di contatto visivo.
Diviso su due piani narrativi, uno che racconta il presente e l'altro che ci illustra quanto accaduto a Malorie in questi cinque anni, Bird Box è anche spietata lezione sulla tentazione e sul prezzo che siamo disposti a pagare pur di sapere.
Le due linee temporali convergono e anche noi lettori cadiamo vittime della tentazione, del voler sapere, sfogliando le pagine sempre più in fretta.
Malorie ha partorito, un bambino e una bambina che non vengono mai chiamati per nome, ha allevato i suoi figli in un mondo di persone forzatamente cieche e ha aspettato, con pazienza, che i due arrivassero all'età giusta prima di tentare di lasciare la casa.
Casa che non è sempre stata abbandonata e vuota, ma non preoccupatevi: scoprirete cosa è accaduto ai suoi abitanti. Forse. Ci sono macchie di sangue sulle pareti, vi basti questo.
Le notizie non meglio chiarite di un possibile rifugio dove si vive meglio e dove forse ci sono risposte convincono la donna a tentare il tutto per tutto, una impresa che sulla carta sembra impossibile: prenderà i suoi due figli e il trio, accuratamente bendato, tenterà la discesa del fiume a bordo di una barca a remi. Non è un viaggio lunghissimo sulla carta, poche decine di miglia, ma qualsiasi impresa diventa titanica se la si affronta privi della vista. E proprio i due bambini potrebbero cavarsela meglio del genitore in quanto sono nati in questo nuovo, sinistro mondo e hanno imparato ben presto a sfruttare al massimo l'udito.
Forse si aggira qualche tipo di creatura all'esterno.
Alle volte sembra quasi di essere sfiorati da questi invasori, c'è qualcosa o qualcuno che segue madre e figli, una sensazione che rende ancora più difficile tollerare la benda e ogni passo nel mondo esterno è una lotta fra mille pulsioni diverse, e su tutte regna la curiosità, la voglia di aprire gli occhi e comprendere cosa stia accadendo.
A ogni costo.
Gran scrittura, forse un pelo troppo ricercata per chi è abituato a narrazioni horror più aggressive, ottima tenuta della tensione e grande controllo della materia, senza nessun tipo di fastidioso e pedante infodump, questi i punti di forza di Bird Box, cui però bisogna aggiungere, sull'altro piatto della bilancia, una serie di personaggi non sviluppati in pieno, con conseguente scarsa empatia da parte del lettore.
Ma siamo comunque di fronte a un romanzo notevole in un filone, quello post-apocalittico, che è attualmente fin troppo inflazionato e nel quale diventa sempre più difficile incappare in qualcosa di diverso.
Bird Box diverso lo è.
Ci potete scommettere, a occhi chiusi.
Link per info e copertina (Elvezio Sciallis)
Elvezio Sciallis: Non vi deve interessare chi sono. Leggete quanto scrivo e discutete di quello: chi sono non è importante, sono solo (cambia una consonante) una persona qualunque, appassionata di cinema e letteratura, specie quel cinema e quella letteratura che giocano e dialogano con il Perturbante. Ho all'attivo alcune pubblicazioni in antologie collettive e personali. Ho collaborato con diverse riviste cartacee e online. Traduco dall'inglese all'italiano videogiochi e testi per alcune società estere.
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