
Regia di George A. Romeo
Pittsburgh - Pennsylvania
Trenta proiettili. Esplosi con spietata precisione da un fucile d'assalto. Una carabina M4 o forse un M16. Non lo sapeva bene, non ne capiva granché di armi, a dire il vero. E, sinceramente, in mezzo a quel gran casino fatto di fumo e odore di polvere nera, non era nemmeno facile andare a pescare chi fosse stato il primo a premere il grilletto; se il cowboy esaltato o i due bifolchi cacciatori di orsi neri che, poco prima, avevano ammucchiato i cadaveri ambulanti sopra il camioncino, ridendo come se si trattasse di un gioco come: "acchiappa la talpa!". Lui, in fondo, era solo un uomo di colore in abiti da rappresentanza. Non era necessario che imparasse a sparare, tuttalpiù preferiva maneggiare un piede di porco; e ciò che sapeva era che il tizio bucherellato e pallido come un defunto su cui erano piombati almeno due caricatori avanzava ancora, neanche si trattasse di Lazzaro in persona.
Davanti a quella scena era rimasto impietrito, poggiato sul bancone del fast food con le vetrine ridotte a un cumulo di macerie e con una donna stecchita accanto. L'insegna di Express Diner Co. era caduta a causa dell'esplosione della stazione di servizio e dell'onda d'urto che si era propagata. Si diceva che in quel posto i cheeseburger e il caffè fossero i migliori di tutta la zona. Ma non aveva deciso di fare una breve sosta a Evans City per uno snack. Doveva solo rifornire la Chevrolet prima di procedere in direzione di Pittsburgh sulla interstate dove aveva un appuntamento. E per fortuna non aveva avuto un briciolo di tempo per sostare alla pompa carburanti, distratto dalla radio che, tra un'interferenza e l'altra, recitava il segnale di emergenza nazionale come un sermone, finché qualcuno non aveva cominciato a informare gli ascoltatori dei disordini in Pennsylvania e nel Maryland. Subito dopo un camion cisterna si schiantava tra le pompe di benzina. Il cielo diurno si era incendiato e la terra aveva tremato. Lui aveva sterzato di colpo mentre ascoltava gli speaker:
"Una pioggia chimica fa impazzire la gente!"
"Dei galeotti fuggiti dal carcere di Hennessey generano panico tra i cittadini"
HORROR PORNO ILLUSTRATO
Anni ’70. Tra le strade di una torrida New Orleans, dove il jazz si mescola all’aroma di spezie e ai corpi in vendita, prende vita “La scolopendra d’oro”, novella horror erotica intrisa di sensualità e mistero. Il libro è arricchito con numerose illustrazioni esplicite senza censura realizzate dall'artista Alessandro Amoruso. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra.
Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
MANUALE PER SOPRAVVIVERE ALLE STREGHE
Questo è un testo rivoluzionario che spiega come riconoscere le vere Streghe e affrontarle. Le Streghe sono entità malvagie con un unico obiettivo: seminare caos e distruzione. Lo dimostrano i numerosi casi documentati nel Manuale, tra cui la strage del passo Djatlov, i fatti di Burkittsville, l’incidente alla Darrow Chemical Company e catastrofi di portata mondiale come Chernobyl o l'avvento di Hitler.
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EROS E ORRORE
Questo non è un racconto. È una possessione. Una lunga, dolorosa, eccitante possessione. Un ragazzo come tanti ma con un terribile segreto di famiglia, un amore troppo grande per poter restare umano. Lei non è solo una ragazza: è una Dea tatuata, un'ossessione che divora e trasforma. Tra desiderio e dannazione, "Lovecantropia" esplora i confini sottili tra amore e dipendenza, eros e orrore, passione e follia. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi con illustrazioni senza censura.
Ogni stazione una notizia assurda. Ma nessuno sapeva nulla di serio su ciò che accadeva. A quel punto si era spostato sulla Franklin Road, dove la città era già una zona di guerra. Un po' come il Vietnam. Aveva parcheggiato l'auto in doppia fila, era sceso e si era precipitato dentro l'Express Diner inciampando su un paio di morti e sfuggendo a tre-quattro spari per sfacciata fortuna. Il resto erano stati 30 o 60 minuti rapidissimi, in cui aveva visto due tizi razziare la dispensa, altri due litigare per un fusto di birra e un cittadino tentare invano di sbarrare la porta. Aveva persino avuto il tempo di accendersi una sigaretta, che aveva spento non appena il tizio bucherellato da trenta colpi era tornato alla sua rigidità cadaverica dopo un singolo colpo alla testa. Come un “aggeggio qualunque che si spegne”. Aveva pensato. O come: “l'inferno in terra!”, non appena vide la sua Chevrolet incendiarsi e una Buick del 1980 esplodere con all'interno ancora il conducente. In fondo era come se un evento biblico di gigantesca portata si fosse abbattuto sulla cittadina per purificare gli uomini dai loro peccati, distruggendo ogni cosa e ripartendo da zero. E quando i cadaveri ambulanti avevano divelto la porta, strisciando come vermi giù dalle finestre in pezzi, aveva sentito la morsa religiosa più forte di qualunque altra cosa.
"...Mettiti in salvo, non guardare indietro e non fermarti in tutta la pianura; mettiti in salvo sul monte, per non essere travolto."
(Genesi 19-26)
Era passato dal retro sfondando la porta a calci e si era trovato sulla Jefferson con occhi attenti e indagatori: l'urlo di una donna da qualche parte, un cadavere mangiucchiato per terra, spari e sirene in lontananza, un pick-up parcheggiato alla meno peggio con sportello aperto e chiavi inserite. Il serbatoio pieno per un quarto. Sufficiente per venti miglia; forse. Imboccò la Harrison in direzione Nord-Est, sudato e con occhi che bruciavano prima di accendere un'altra sigaretta. Girò la manopola della radio sull'emittente locale, un altro sermone annunciato da chissà quale guru del momento:
“Quando non ci sarà più posto all’inferno i morti cammineranno sulla terra. L’aldilà è sovraffolato e Dio ha deciso di punirci!”
Rise. Istericamente, ma pigiò forte sull’acceleratore. Dallo specchietto retrovisore esplosioni lontane e colonne di fumo tra le pianure. Sarebbe stato il caso di avvisare quelli di Pittsburgh del ritardo: “mancherò all'appuntamento. La mia Chevrolet ha preso fuoco! Ho un quarto di serbatoio sufficiente per trovare un luogo sicuro dove infilarmi e magari sbarrare porte e finestre.” Un’altra risata mentre pensava alla valigetta con gli appunti e l'agenda telefonica rimasta sul sedile anteriore e diventata parte del barbecue. Certo, sarebbe stato difficile spiegare ai federali perché un uomo vestito di tutto punto stesse guidando un pick-up rubato. Magari l'avrebbe aiutato il tesserino d'identità ancora nel taschino. O, meglio ancora, l'etichetta sul fondo carbonizzato della valigetta, che recitava, nero su giallo in un mondo non ancora finito: “Proprietà di Ben.”
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