Mi sveglio con la voce di Michael Bublè. Anche quest’anno lui ed Enrique Iglesias si sono dati il cambio; uno canta e l’altro va in letargo. È stato un pensiero carino da parte di Edo quello di farmi trovare la musica una volta riemersa dal sonno barra stato di morte apparente. Questi turni mi ammazzano.
Guardo l’orologio ed è praticamente già ora di prepararmi il pranzo. Sto sola quindi vado di minestrina, il mio inconfessabile guilty pleasure. Ciao, sono Mara, ho 40 anni e adoro la minestrina ina ina col formaggino. D’inverno è una coccola.
Edo è al lavoro e io ho il televisore tutto per me. Ho una marea di horror in lista, ma stando da sola forse opterò per una commedia romantica. Basta che non si sappia in giro! Il mio secondo, oscuro, guilty pleasure.
Vado in bagno e passo davanti al salotto inondato dalla luce del sole di questo strano dicembre. Alexa fa partire un’altra canzone natalizia. Dal bagno alla cucina, metto su la pentolina con l’acqua per la minestra. La canzone è quella strana che si sente in un sacco di film, anche in Mamma, ho perso l’aereo, ma che a me mette un po’ d’ansia; avete capito quale, no?
E insomma dico: - Alexa! La prossima! -
Ma Alexa, come fa spesso, mi ignora e prosegue.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
- ALEXA! LA PROSSIMA! -
Nel mentre il cielo si fa tutto grigio compatto, in questo assurdo dicembre nel quale ogni ora ti fa vivere una diversa stagione. Premo l’interruttore della cucina, ma non succede nulla. Guardo la macchinetta del caffè; la presa è inserita, ma la lucina è spenta. La canzoncina natalizia inquietante prende uno strano abbrivio e ora è come se fosse cantata da un bambino cattivo.
- Alexa... -
Ma so benissimo che di là in salotto Alexa è spenta.
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