Maledetta faraona!

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2022 - edizione 21

Prologo. Non c’è luce. Sono intrappolato e sto per morire. Non mi ucciderà l’asfissia. Nemmeno il crollo del soffitto. Sto scrivendo al buio sul mio taccuino, sperando che venga ritrovato, così potranno ricostruire la causa della morte. Se invece sparirà tutto, allora qualcun altro in futuro seguirà la mia sorte.
Ero un chiacchierone. Non lo sono più.

Cleopatra. Il mio sponsor, John Vizzini, mi aveva abbandonato. Diceva che il mio progetto non aveva futuro. Vagavo senza meta. Mi fermai in un bar a bere, quando udii una voce:
«Bob, che ci fai qui?»
Pensai, sbagliando, che la fortuna mi arridesse. Era il mio amico Carl, titolare di un’industria orologiera londinese che, bombardato dalle mie richieste, decise di finanziare i miei scavi per trovare la tomba di Cleopatra. Dovetti solo fugare le sue perplessità sulle maledizioni:
«Non c’è nulla di vero. Una serie di tragici eventi che coinvolsero persone legate al ritrovamento di Tutankhamon ha fornito il materiale per la leggenda. Sul sigillo del faraone non c’era scritto: La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il sonno del faraone.».

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Meretseger. «Professore, venga!»
La torcia illuminò un piccolo atrio dietro al quale si apriva una sala. Su una parete s’indovinavano scene di caccia all’ippopotamo. Su un’altra l’imbarcazione di Amon-Ra. Su una terza parete un dio Seth-Ottaviano veniva ucciso da un Horus-Antonio. Sulla quarta parete un‘unica iscrizione: Colei che ama il silenzio non vuole sentire rumore. Mentre la osservavo, un masso cadde ostruendo la via d’uscita. Pulendo l’iscrizione, udii uno scatto. La parete si aprì. Comparve l’orrore: un serpente con la testa di donna. Era Meretseger, la dea-cobra.

Epilogo. La torcia è spenta. Scrivo al buio. Qualcosa di viscido si attorciglia intorno al mio collo e una voce mi sussurra: «Ora ci deve essere un silenzio di tomba!»

Roberto Masini



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