Ronda di notte

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2022 - edizione 21

Sbucarono dal buio della notte silenziosi come felini in caccia.
Il più alto teneva una pistola nella destra. L’altro strizzò un occhio mentre profetizzava: «Prima i soldi, dopo il cellulare, poi il resto, non necessariamente in questo ordine.»
Il primo sgranò gli occhi quando vide la propria mano che girava l’arma e la incuneava fra le labbra. Lo sparo lacerò il buio annullando per un istante le ombre, mentre il suo cervello asfaltava il muro dietro di lui.
Il secondo, incredulo, studiava le sue dita stringergli la gola e serrare in maniera spasmodica. Cercò di respirare, ma non riusciva.
Cadde riverso a terra. La bocca spalancata in cerca di un impossibile alito di vita.
Un bel guazzabuglio per le forze dell’ordine, ma poteva starci un classico omicidio suicidio, magari per questione di soldi. Problemi loro, assolutamente.

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In un altro tempo l’avrebbero chiamata strega, magari bruciata al rogo. Aveva questi poteri da sempre. Forse l’eredità di una bisnonna la cui memoria era stata volutamente occultata dalla famiglia. Ma nessuno ne aveva mai saputo nulla, lei era una persona coscienziosa e precisa, stava bene attenta a non lasciare in vita alcun testimone.
Nel corso della sua esistenza ne aveva messi a posto di presuntuosi arroganti. Presidi autoritari, zie impiccione ogni oltre limite, genitori possessivi e soffocanti. Amanti troppo appiccicosi.
Le piaceva girare per la città avvolta dal morbido grigiore della notte. Ovviamente a piedi, non possedeva una scopa, del resto sarebbe stato fuori moda, oltre che scomodo. A volte lei si sentiva come una sorta di super eroe, magari un po’ cattivella. E comunque non vi era certezza su chi si poteva incontrare, ce n’era di ogni genere.
Tuttavia lei era pronta a tutto e si divertiva da matti.
Si allontanò canticchiando: «Tremate, tremate, le streghe son tornate!»

Giuseppe Agnoletti



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