Voleva soltanto tornare a casa, chiudersi il mondo alle spalle e barricarsi dentro con moglie e figlia, presto sarebbe tutto finito.
Tutto sarebbe andato bene.
Era riuscito a procurarsi un po' di provviste. Ora doveva portarle in casa. In silenzio. I rumori li attiravano.
Zombie, faticava a chiamarli così, non potevano essere reali, ma solo una misera comparsa da serie tv o film.
Imboccò la strada secondaria che lo conduceva a casa.
Abitare in un piccolo paese aveva i suoi vantaggi, pochi abitanti, pochi morti viventi.
Era nei pressi della casa dei suoi vicini, quando vide la loro figlia, poco più grande della sua. Fermò la macchina, lei si girò attratta dal rumore. Lo sguardo vitreo, le macchie di sangue e fango sul grembiule ... era una di loro. Emise un urlo, e si mosse verso l'auto. Accelerò bruscamente colpendola. La vide nello specchietto tentare di rialzarsi, nonostante una gamba disarticolata. Ingranò la retromarcia e la colpì nuovamente, l'auto si alzò e riabbassò come sopra un dosso, la investì una seconda volta.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Era certo di averle spappolato il cranio sull'asfalto.
Il corpo era un ammasso sanguinolento e maciullato.
Piangeva. Una cosa è pensare che non siano più umani, un' altra investire una bambina che pochi giorni prima giocava in giardino con tua figlia. L'unico conforto era pensare che finalmente era arrivato a casa. La moglie alla finestra, lo salutò con un cenno. Scese dall'auto, appena uscito un dolore fortissimo alla gamba lo fece accasciare al suolo. Un morso. Si girò e vide ciò che restava della bambina, incastrato sotto l'auto. La testa era schiacciata, ma con ancora forza sufficiente per mordere. Si trascinò sulle braccia. Guardò la porta, il morso e l'emoraggia lo avrebbero ucciso, ma sarebbe ritornato a casa.
In un modo o in un'altro.
Nato una quarantina d'anni fa nel cuore dell'emilia romagna, psicologo, educatore, ma comunque appassionato di horror, sia narrativa che cinematografica.
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