Finalmente la vecchia aveva tirato le cuoia. La strega sarebbe finita sottoterra.
Il becchino varcò all’alba i cancelli del cimitero seguito dal giovanotto che spingeva il carretto con la bara. Era bastata una di quelle che si usavano per i bambini tanto quella vecchia era curva e rattrappita. La calarono facilmente nella fossa.
«Seppelliscila tu, io devo andare in paese» Disse il vecchio.
«Scordatelo!» Protestò l’aiutante «Con questa ci sono solo rogne!»
«Falla finita, ti do venti carte. Paga doppia. Se non ti sta bene chiamo qualcun altro. Son capaci tutti a usare una pala.»
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Il giovane guardò nella fossa. «Sì, a seppellire i morti, son capaci tutti. Trenta carte o ti arrangi.»
Rumori angoscianti provenivano dalla cassa, scricchiolii, graffi di unghie sul legno grezzo. I due la guardarono distogliendo subito lo sguardo.
«Fai presto» disse il vecchio. Tirò fuori un rotolo di banconote, ne contò trenta e le ficcò nel taschino del giovane. Se ne andò senza voltarsi.
Alla prima badilata il rumore della terra che si schiantava sul coperchio lo fece rabbrividire. Dovette fermarsi. Adesso da dentro la bara proveniva una specie di soffio, un sibilo, come quello che fa la vipera quando te la trovi davanti e alza il muso per consigliarti di cambiare strada. Deglutì terrore puro.
Prese coraggio e continuò con la pala maledicendo il vecchio, la vecchia e il giorno che si era offerto come aiuto becchino. Dopo un po’ i rumori cessarono. Solo il suono della terra sulla terra.
Quando ebbe finito si tirò su dritto.
Trasalì. Era già notte. Il cimitero sembrava non avere fine, croci e lapidi ovunque si guardasse. Mollò la pala.
Il silenzio fu rotto da una fievole risatina, veniva da sotto il tumulo «Di cosa hai paura giovanotto? A uscire da un cimitero son capaci tutti!»
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