300 Parole 2025: scadenza 31 ottobre

Presa di coscienza

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2022 - edizione 21

Ho perso il sonno ormai da sei mesi. Ogni giorno, poco dopo lo scoccare della mezzanotte, una serie di rumori, suoni, voci flautate e cantilene mi destano e perseguitano per le quattro stanze della casa. All’inizio, incuriosito, ero quasi divertito da questo diversivo degno di un castello gotico o di una dimora infestata dagli spettri, ma vi assicuro che dopo una settimana ero già sull’orlo della disperazione.
Tale angoscia continua ad albergare tuttora in me da allora, ma stanotte ho deciso altrimenti, qualunque sia l’entità che vuole farmi perdere il senno avrà battaglia. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio, anzi lo rifuggo da tempo, ho perso molti chili, di questo sono certo, e non mangio da non so quanto...
Sento bussare alla porta... chi sarà a quest’ora...
«Bill! Vieni ad aprire, sono il dottor Lancaster!»
Il dottore... che sbadato! L’ho chiamato io poco fa per aiutarmi.

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INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN

Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.

Vado ad aprire. Non appena egli varca la soglia della casa, le presenze, poco prima silenti, tornano.
Una figura diafana e livida appare improvvisamente e si getta sul dottore, squarciandogli la gola con le sue lunghe unghie ricurve. Un fiotto rosso gli sgorga come ruscello e quella cosa apre la spaventosa bocca per assorbire avida quel nettare piastrinico.
Io sono paralizzato, mi sento incorporeo, etereo, incapace di parlare e agire. Chiudo gli occhi, poi li riapro, tutto è finito. La cosa immonda è sparita e il dottor Lancaster è a terra, senza vita, prosciugato del sangue e del respiro.
Stavolta provo la irresistibile curiosità di guardarmi allo specchio.
Vedo un essere che mi somiglia ma dalle fattezze mostruose, le labbra e il mento imbrattati di sangue, le dita e la bocca atteggiate a rostri bramosi di violenza e appetiti perversi.
La cosa che ha ucciso e mangiato quell’uomo sono io.

Marco Liberati

Romano classe 1970, da sempre grande appassionato di letteratura e cinema Horror ama scrivere racconti del brivido e del mistero pubblicati con successo in varie antologie di genere.



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