Solo Sigmar può perdonarmi.
Nelle mie orecchie risuona come in un incubo e in lontananza sento quel cacofonico sbattere delle sue ali mostruose.
Non è un sogno e temo nemmeno la pazzia che galoppa. Il mio reggimento è ridotto ad un cumulo di carne maciullata e nelle mie narici aleggia il tanfo della necrosi.
Da oscuri e sconfinati sentieri abitati da miti osceni provenienti dal Nord, mi insegue la nemesi della vita umana.
Possa Morr, signore dei morti, non giudicare così la mia anima: quella del pavido che cerca di raggiungere le sponde del fiume Reik.
Rammento le parole del Mago d’Ambra che sussurrava quel nome: il Jabberwock. Progenie del Caos, dalle tetre ali nere come quelle di un pipistrello e lunghe zampe artigliate genesi degli abissi più neri. Appollaiata sul collo lungo e magro c’è una testa orribile con grandi fauci bastevoli per staccare un braccio umano.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
“Temi ciò che non conosci, stolto soldato, lui ha sempre fame e non teme la morte come noi. Fuggi se puoi.”
Sia maledetta la sua boccaccia putrida: queste parole mi echeggiano nella mente come quel dannato battito d’ali. Parlo con vergogna e pentimento solo perché sono un soldato dell’Impero e adesso sto cercando uno spiraglio di salvezza.
Uscendo dalla brughiera vedo il fiume Reik, sorrido mentre il sudore e il sangue che non mi appartiene mi colano dalla fronte, cullandomi nella vana speranza di salvarmi. Lacrime cadono dal mio viso. Accelero il passo per raggiungere le sponde del fiume e far perdere le mie tracce a quel demone.
Un’ombra alta mi supera, sento quel tanfo e la brezza fetida aleggiare su di me: non posso salvarmi.
Tasto la pistola al mio fianco, il fruscio delle ali si fa sempre più vicino, cercherò nella mia arma l’oblio, il rifugio da quelle orride zanne...
Flavio Deri nasce il 18/10/1988 - divenne un membro del Culto nel lontano 2003, quando acquistò il primo libro sul Solitario di Providence. Cultista N° 4938 iscritto alla H.P. Lovecraft Historical Society ha sempre voluto gettarsi nella scrittura andando oltre la stesura di campagne di gioco di ruolo da tavolo o dal vivo. Ha partecipato durante la pandemia a concorsi letterari di libri collettivi venendo scelto per concorsi come “Un Libro in sei parole” – “oppure “Scrittori Corali” – ovviamente – sempre con contesto profondamente legato all’ispirazione Lovecraftiana. Nerd, karateka e metallaro ma ha anche dei difetti. Larper e Socio fondatore di WHLive APS. Amante del genere Weird & Horror ha dedicato la sua libreria personale al Solitario di Providence con oltre cento volumi tra i suoi racconti, saggi, biografie, graphic novel e romanzi di ispirazione legata ai Miti.
“Lingue ardenti di fiamma invisibile imprimono il marchio dell'inferno sulla mia anima esausta.” (CIT: HPL)
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