Gatto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

Non avrei mai voluto niente di tutto questo. Tanto meno, nessuno si aspetterebbe un destino così particolare; ma sicuramente non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico - o a quel vicino che passa l’aspirapolvere la domenica mattina.
Era una giornata normale, noiosa, monotona, la mia normalità; ma la sera mi sono ritrovato in un calderone di guai. Letteralmente.
Il mio paese è un posto tranquillo, con pochissimi abitanti ma in compenso di animali ne abbiamo a volontà e non ho mai avuto problemi di solitudine.
Ma torniamo a noi, voglio finire in fretta. Già da che sono uscito di casa notai qualcosa di strano: tutti i gatti neri del quartiere, e dico proprio tutti erano fuori il mio giardino e sopra la macchina, alcuni erano fermi, seduti, altri gironzolavano senza meta ma fatto ancora più strano non sembravano interessati a varcare il confine della mia abitazione. Beh, sul momento non ci diedi troppo peso e non mi resi nemmeno conto che i loro occhi felini mi seguivano a ogni movimento, ancora con la mente appannata dal sonno e il mio corpo che in automatico seguiva la routine di tutti i giorni, eccetto i festivi.

Fin qui tutto tranquillo e in realtà lo è stato per le successive ore che seguirono, al lavoro niente di eclatante, i colleghi cordiali e disinteressati come sempre e un gatto nero che passa davanti alla finestra.
Tornai a casa e con spiacevole sorpresa trovai un pentagono rosso disegnato nell’ingresso. Era sangue? Vernice? Non avevo tutta questa voglia di scoprirlo. Con la coda dell’occhio vidi un gatto nero saltare giù da un mobile. Ancora prima di batter ciglio ero circondato da figure incappucciate che intonavano una strana melodia e poi... Niente.
Mi risvegliai. Il mondo era più grande. Ora ho nove vite intere per esplorarlo.

Chiara Intartaglia

Studio psicologia all'università, da tanto tempo leggo racconti soprattutto horror e qualche anno fa scrivevo racconti frequentemente.