La creatura

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

Da ore Catherine si rigirava nel letto. Era esausta, ma nonostante ciò non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere osservata. Avrebbe solo voluto chiudere gli occhi, che invece scrutavano la stanza, sospettosi.
Ancora una volta il suo sguardo fu attirato dal corridoio e colse un movimento nell'oscurità: uno scatto laterale, e la figura uscì dal suo campo visivo. Catherine si irrigidì, poi percepì qualcosa acquattarsi vicino alle sue ginocchia. Era solo Pixie, la sua gatta. Tirò un sospiro di sollievo. La ringraziò mentalmente per essere lì a rassicurarla con la sua sola presenza, poi si abbandonò a un lieto nulla.

Pixie osservava con curiosità la sagoma della donna imbacuccata nelle coperte. Aveva atteso a lungo, ma non era ancora sicura di quello che sarebbe accaduto. Doveva avere fiducia nella lealtà dell’essere rannicchiato sul letto, nonostante di esso non conoscesse neppure il nome.
Giunse il momento.

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La creatura si avventò sulla donna, smembrandola, divorandola mentre gridava e si dimenava.
Gli occhi lampeggianti della gatta scrutavano la scena inespressivi. Ciò che aveva davanti non somigliava a niente che avesse mai visto: era un miscuglio grottesco di immagini costantemente in mutamento, quasi fossero solo un tentativo del suo cervello di riempire un vuoto incomprensibile.
Ricordò i tempi in cui si nutriva di piccoli animali nel parco in cui era cresciuta. La donna l’aveva strappata dal suo habitat, privata del piacere della caccia, allontanata dai suoi simili e dal suo mondo. Ma presto sarebbe stata libera.

La creatura terminò il banchetto. I due si scambiarono uno sguardo. L'essere aprì la finestra, perché lei potesse uscire. Pixie saltò giù sul marciapiede, poi, con un dito della padrona tra le fauci, sparì nell'oscurità con passo trotterellante.

Beatrice Natalicchio

Sono Beatrice, nata il 6 Dicembre 2004, studentessa del liceo artistico. Mi è sempre piaciuto scrivere storie paurose, nonostante nella mia vita le uniche cose horror siano le interrogazioni di matematica e le interazioni sociali. Trovo l'ispirazione ovunque, tra le pagine di un libro, nelle persone che conosco e nei miei sogni (o, se vogliamo, incubi) ad occhi aperti.



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