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Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

L'uomo bianco aveva ragione, ora sappiamo. Le leggende degli antenati dicono che vennero con le navi e portarono i loro vestiti bizzarri, i loro animali e le loro armi. Portarono il loro Dio.
Dissero che eravamo selvaggi e che dovevamo adorare ciò che loro adoravano. Il loro Dio viveva nel cielo e come loro era dispotico e sanguinario.
Dissero che chi non avesse seguito la sua legge sarebbe bruciato all’ inferno. Ma che posto era mai questo inferno? Un antro oscuro, dove un fuoco eterno bruciava le carni di coloro che vi erano relegati.
Dissero che non vi era fine a questa condanna. Ma quale Padre può fare questo ai propri figli?
Alcuni di noi si inginocchiarono davanti alla croce. Per paura, perché costretti dalle spade e dai fucili. Quelli che decisero di rimanere con la nostra Grande Madre si nascosero nelle profondità del suo grembo verde che amorevolmente li accolse e ci ha accolti fino ad ora.
Ma oggi vedo stormi di uccelli neri volare via terrorizzati e vedo le bestie che scappano dalla selva con le pelli arse e fumanti. L’aria è rovente e densa di fumo velenoso. Il crepitio delle fiamme è sempre più vicino. Il Dio dell’uomo bianco è venuto e ha trasformato nostra Madre nel suo inferno. L’uomo bianco aveva ragione.

Salvaci Signore e perdonaci, se non ti abbiamo adorato! Secondo gli antenati sei un padre tanto severo quanto misericordioso dinanzi al pentimento. E allora ascolta le suppliche di questi selvaggi, allontana l’inferno dalla nostra casa e risparmia nostra Madre dallo strazio delle fiamme. Ti venereremo, lo prometto, ti rispetteremo fino alla fine dei nostri giorni ed i nostri figli come noi. Lei non ha colpe e non deve essere punita per la nostra infedeltà. Lei è il nostro paradiso.

Edoardo Barea