Feuer frei

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2020 - edizione 19

Il pastore l’aveva avvertita, gli animali sapevano ciò che gli uomini neanche possono immaginare. Ormai era troppo tardi per tornare indietro. Aveva scavato la buca due notti prima, e fatto gocciare il suo sangue sulla brace dell’incendio del giorno prima. Gli incendi si spengono, le aveva detto, ma quello che sta sotto non va mai via. Aspetta. Da 50 anni sentiva dire che gli incendi li appiccavano i pastori, e alla fine Elena l’aveva chiesto direttamente ad uno di loro. Non avrebbe dovuto. La procedura, l’aveva chiamata mentre gliela spiegava ridendo di lei. Maledetto pazzo, avrebbero dovuto affogare lui. Le braci avevano sfrigolato, e qualcosa le aveva bruciato il collo. Una scintilla, si era detta. Ma non c’era un alito di vento. Il giorno dopo aveva rischiato di annegare in mare, cattiva digestione aveva sentenziato il medico che l’aveva visitata dopo il salvataggio.

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Ma lei sapeva che qualcosa l’aveva tirata giù. Più che di annegare, le era sembrato di cadere e aveva distintamente udito una voce gorgogliante che diceva: «Dobbiamo ucciderla prima che li faccia uscire». Soltanto adesso, in piedi sul terreno annerito dal fuoco, soffocata dalla puzza di bruciato, capiva cosa avesse fatto. Adesso che la mano aveva toccato il suo collo e la teneva inchiodata lì, dietro la casa della sua infanzia. Mentre il fuoco le entrava nella bocca, finalmente capiva. Loro avevano trovato la porta per uscire. Lei, era la porta, e nessun mare li avrebbe più potuti spegnere. L’ultima cosa che riuscì a sentire prima di venire divorata fu una valanga di suono montare dal basso e passarle attraverso, una specie di enorme ruggito che sembrava dire: feuer frei.

Giovanna Pesci

Dal 1974 ad oggi non ha ancora capito cosa ci faccia qui e cerca un modo per andare Altrove. Si occupa di comunicazione per poter mantenere i suoi gatti, quasi tutti neri. Si nutre di libri, musica e film, ma ha sempre fame. Quando era piccola sua madre le faceva scrivere racconti per non dover giocare con lei. Da allora ha continuato a scribacchiare in modo eccessivamente discontinuo per poterci credere veramente. Questa è la sua prima partecipazione ad un concorso, e spera non sia l'ultima.



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