L'ospite

Vincitore del concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2019 - edizione 18 e vincitore del Premio Zombi

Lucio si accese l'ottava sigaretta della serata. Solo adesso trovava il coraggio di guardare ciò che aveva volutamente ignorato fino ad allora.
«Avanti» disse, «è tempo di rivelarti.»
Mara giaceva sulla sedia, il capo all'indietro, il mento sporco di schiuma bianca mista a vomito, la bocca contorta in un ghigno spastico.
Purea di patate e veleno.
Semplice e letale.
A rompere il silenzio solo il rumore del televisore acceso.
«So che ci sei e so dove sei» insisté.
Quante probabilità c'erano che si fosse sbagliato?
Nessuna.
Era quella... cosa a insinuare dentro di lui il dubbio.
Mara, la sua Mara, era sempre stata una ragazza seria. Devota alla famiglia e devota a lui, l'unico uomo della sua vita. Lo stesso che l'aveva cresciuta e viziata. Lo stesso che l'aveva accompagnata a comprare il primo pacco di assorbenti. Lo stesso che l'aveva deflorata.
Per questo Lucio era sicuro che dentro di lei si fosse insinuato qualcosa. Un male oscuro. Una creatura maligna che l'aveva spinta ad allontanarsi, a tradirlo ripetutamente, a umiliarlo davanti a tutto il paese.
Avvelenare Mara era stato l'unico modo per liberarla.
«Esci fuori, subito!» ringhiò contro al cadavere.
Si udì uno schiocco secco.

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Il collo della ragazza si gonfiò e dalla bocca spalancata emerse una mano. Seguì un altro crack, la mandibola si dislocò dal teschio e le guance si dilaniarono scoprendo le arcate dentali, mentre il corpo della creatura si arrampicava per uscire allo scoperto.
Lucio svuotò i polmoni.
Pochi secondi, e l'ospite indesiderato prese forma.
Era Mara. Una seconda Mara. Nuda e glabra. Più giovane.
Del vecchio corpo non restava che un involucro di carne cadente e informe.
«C-cosa s-significa?» balbettò Lucio, terrorizzato.
«Ti sei preso il mio tempo» replicò la ragazza. Quindi afferrò il coltello dal tavolo. «Non sarò più il tuo giocattolo, papà.»

Samuele Fabbrizzi



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