Mario si massaggiava le tempie per le insistenti stilettate. Dalle persiane filtrava la luce mattutina, eppure sarebbe rimasto volentieri a letto, non fosse stato per la voglia di pisciare. Ciabattò verso il bagno dove, provveduto alla necessità, diede uno sguardo allo specchio del mobiletto sopra il lavello. «E che cazzo...»
Invece del trentenne con capelli scarmigliati e barba incolta, l’antina rifletteva una figura di minatore, un colosso dal volto celato da una maschera antigas e con spalle larghe il doppio delle sue, ormai ingobbite dalle speranze deluse.
Ogni picconata era una fitta, eppure doveva essere un sogno, un qualche fantasma del subconscio. L’alternativa tra migrare o accettare un lavoro spaccaschiena: quella era reale, così come l’urgenza della Tachipirina che teneva nel mobiletto.
Fece per aprirlo e gli arrivò addosso un getto di vapore bollente. «Cazzo, cazzo, cazzo...» continuava a ripetere quell’unica parola tra i gemiti, portandosi le mani alla faccia, dove la carne sembrava sciogliersi come cera striata di rosso sangue.
Chiudendo di colpo l’antina, frantumò il vetro. Avvertì una sensazione opprimente, come se le pareti già anguste del bagno gli si stringessero addosso, mentre l’aria si faceva calda e densa. Occhieggiando tra le dita, non fu sorpreso di ritrovarsi nelle viscere della miniera, né che il colosso gli avanzasse incontro. Imprecò per l’ultima volta nel vedere il piccone sollevarsi e ringraziò di avere già pisciato.
IL CANTO DI VETRO
Arizona. Un uomo si fa esplodere all'interno del centro di ricerca aerospaziale St. Lucy.
Palermo. Nell'ambiente della criminalità serpeggia il misterioso “Canto di Vetro”: è il nome di una nuova droga o il folle messaggio cifrato dei terroristi?
Un poliziotto dell'antiterrorismo indaga e scopre quanto è spaventosa la verità che collega questi due eventi. Il raffinato horror
di Francesco Corigliano è disponibile in ebook e cartaceo illustrato
Il maresciallo osservò con una smorfia la scena del crimine. L’immagine del cranio sfondato l’avrebbe accompagnato per un pezzo, insieme al pensiero di dove fosse finito ciò che mancava. «Commissario, chiamo la scientifica?»
«Che minchia di domanda mi fai, siamo a Ciessai Maiemi? Chiudiamo qui il caso, era solo un disoccupato. Un giovane dalle brillanti aspettative, andatosene per colpa dei fantasmi della crisi. Guarda la scatola cranica: finirà mai, questa fuga di cervelli?»
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