Niente e nessuno

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2017 - edizione 16

Come sempre guardai sotto il letto prima di infilarmi sotto le coperte. Malgrado fossi ormai adulta e vivessi all’ultimo piano di un grattacielo in pieno centro città, non avevo perso l’abitudine infantile. Me l’ero portata dietro attraverso gli anni e i luoghi. E sorrisi nel sedermi sul letto per sfilare le pantofole, mormorando la cantilena rassicurante: ”Niente e nessuno sotto il letto, puoi dormire o mio angioletto”. Mi infilai sotto le coperte assaporando il tepore accogliente. Presi il libro dal comodino e iniziai a leggere. Ma presto il sonno mi confuse le parole delle pagine, posai il libro e spensi la luce. Solo in quel momento sentii o mi parve di sentire un respiro che si sovrapponeva al mio, una specie di sospiro trattenuto. Mi girai convinta di sbagliarmi e tesi l’orecchio.

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Non mi sbagliavo. Era un respiro leggero e proveniva sicuramente da sotto il letto. “Ci ho guardato” dissi a me stessa per rassicurarmi. “Niente e nessuno” E tirai le coperte fin sopra il viso. Sarei stata al sicuro sotto di esse, bastava che non sporgessi oltre le sponde nessuna parte del corpo.
Malgrado il calore delle coperte iniziai a sentire freddo, brividi insistenti lungo la spina dorsale, il buio divenne insostenibile, sbarrai gli occhi ormai terrorizzata, mentre la parte razionale di me cercava disperatamente di convincermi che mi stavo suggestionando. La stanza mi sembrò ostile, figure ondeggianti che si stagliavano lungo le pareti, più buie del buio. Non indugiai più e accesi la luce del comodino. Le figure che nel buio mi erano sembrate inquietanti e pericolose ridiventarono i mobili della mia stanza. Sorrisi di me stessa e mi girai ad abbracciare il cuscino, preparandomi al sonno a luci accese.
E in quel momento la cantilena iniziò: “C’è qualcuno sotto il letto, morirai o mio angioletto!”

Amelia Baldaro



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