Buio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2017 - edizione 16

Stamattina mi sono svegliato senza svegliarmi... non riesco a spiegarlo con altre parole, ho aperto gli occhi e poi più niente... non riesco a muovermi nè a parlare. Vedo il soffitto bianco della camera da letto nella penombra del mattino e sento il tic-tac sommesso della sveglia.
Buio.
Clara, mia moglie, urla disperata piangendo mentre mi scuote per svegliarmi... vorrei abbracciarla e dirle che l’amo da morire ma il mio corpo è completamente immobile. Lei prende il telefono e sento che parla con un operatore del 118.
Buio.
Sono sull’ambulanza che corre verso l’ospedale... lo capisco dal rumore assordante delle sirene e dall’infermiere che accanto a me sta attaccando un'infinità di tubi ed elettrodi al mio corpo. Dall’altro lato Clara tiene stretta la mia mano e continua a ripetere: ‘andrà tutto bene amore mio’.
Buio.

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Sdraiato su un letto, vedo un uomo con un camice bianco che, con voce affranta, spiega a mia moglie: ‘mi spiace abbiamo fatto il possibile, ma suo marito si era già spento prima di arrivare in ospedale’.
Buio.
Quanti amici e parenti tutti in torno a me con volti lunghi e tristi. Un prete sta recitando l’eterno riposo mentre Clara è accanto a me con gli occhi gonfi e rossi... penso che nonostante tutto è ancora bella come il primo giorno che l’ho conosciuta. Mi guarda e vedo che si spaventa a morte, un uomo corre al mio capezzale e si affretta a posarmi una mano sugli occhi. Lo sento dire "non si preoccupi signora è solo un riflesso muscolare post mortem, nel mio lavoro l’ho visto succedere tante altre volte".
Buio.
Non riesco a vedere più nulla, ma sento in lontananza mormorii, preghiere ed alcuni singhiozzi; poi il rumore di terra e sassi che cadono, ed infine è solo
Buio... Per l’eternità.

Gianluca Bonetti



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