Anche oggi è tornato al negozio e stavolta non ho dubbi.
Mi ha guardata. Quegli occhi celesti, la barba trascurata.
È la terza volta, questa settimana.
Viene per me, lo so. Mi infiammo mentre il suo sguardo mi penetra, si insinua sotto il mio vestito porpora. Vorrebbe parlarmi ma non lo fa. Mi spoglia con gli occhi.
Provo qualcosa. Passione. Fuoco.
Parla con la commessa. Il suo profumo satura il negozio. Non sento cosa dicono, sono lontani ma li seguo con la coda dell’occhio. Mi indica e ammattisco. Sta parlando di me e lei sorride. Non possono essere cattive notizie. La commessa mi viene incontro e mi afferra un braccio. Tira giù le spalline del mio vestito. Fermati, vorrei dirle ma non riesco. Continua a spogliarmi. Rimango con il seno nudo. Non posso oppormi, vorrei ma non capisco. Lui guarda e vedo che ride di me. Finisce di spogliarmi e resto con addosso soltanto la collana di perle. Sento il peso dello sguardo di tutti.
La vergogna si stringe attorno alla mia anima come serpenti venuti dall’inferno.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
«L’hai comprato lì?» disse Anna indicando Motivi. «Puoi dirmelo. Ormai è mio».
Diego ammirò la fidanzata. L’abito porpora sembrava tessuto per le sue forme.
Si fermarono davanti alla vetrina. «Sì, l’hai preso qui. Si vede che conosci i miei gusti» bisbigliò e gli cinse il collo con le braccia. Un bacio delicato, come ali di farfalla.
Un tonfo li fece voltare.
Un manichino in allestimento, senza addosso alcun vestito, era caduto. La testa si era frantumata sulle piastrelle del pavimento e un liquido scuro gocciolava dalla rottura. «Oh, accidenti!» brontolò la commessa barcollando sui tacchi verso il danno, stando attenta a non scivolare sulle perle.
La collana del manichino nella caduta si era rotta e palline color crema stavano rotolano dappertutto.
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