Essere mangiati

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2017 - edizione 16

Zombie. Sono cinque giorni ormai che sono prigioniero di zombie, morti viventi. Cinque giorni, forse di più. Rinchiuso in una cella buia che puzza di sangue e piscio. E mi stanno mangiando. Lentamente. Mi stanno consumando. Il mio corpo si rimpicciolisce, ma non in maniera uniforme. Sono partiti dalle estremità. Piedi, stinchi, ieri mi hanno portato via una mano.
Il dolore. All'inizio era acuto, credo di essere svenuto più di qualche volta. Ed essere rimato così, senza coscienza per molto tempo. In questo inferno nero.
La coscienza. Non so quanto quello che io ho visto sia stato frutto della mia immaginazione distorta dalla sofferenza e dal desiderio di morte, ma mi è sembrato di vedere qualcosa sul viso di queste creature. Hanno un'espressività. Non sono come i morti viventi dei film o dei fumetti. Non sono come tutte le altre creature uscite dalla Zona. Non sono stupidi. Sono organizzati, tant'è che mi hanno fatto prigioniero con l'inganno. Mi hanno portato in questa stanza con altre persone. Sento i loro lamenti e di tanto in tanto riesco persino a scorgere i volti deformati dal terrore nell'oscurità.

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I morti entrano con i loro strumenti di tortura prelevano una parte da ognuno di noi. Escono. Alcune volte mi sembra di vederli sorridere. Sì. Nel filo di luce che penetra dall'esterno nella nostra cella, mi sembra di vedere un sorriso, inquietante.
Ieri due di loro parlavano. Non ho capito tutto ma sembravano in qualche modo preoccupati per il loro nascondiglio. Sono stati scoperti e probabilmente vorranno fuggire. Hanno parlato di “soluzione finale”, o hanno detto “banchetto”?
Credo che questa notte tutti i miei incubi termineranno. Ringrazio Dio. In qualche modo ha ascoltato le nostre parole disperate. E finirà anche il dolore.

Stefano Spataro

Ha una laurea in filosofia, un dottorato in Storia della Scienza e un box pieno di libri e fumetti. Ha diverse pubblicazioni alle spalle, quasi tutte di carattere storico-scientifico. Dal 2015 si dedica alla scrittura di genere, in particolare fantascientifico. Ha terminato un romanzo che spera sarà pubblicato presto e un suo racconto "New York non esiste" è uscito sull'antologia ESESCIFI 2016. È anche un musicista attivo da quasi dieci anni nel panorama underground italiano, sia con diverse band che in solo.



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