Highway to Bulgaria

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2017 - edizione 16

«È lo stesso tizio della nave». Il tono è incredulo.
In mezzo al nulla, l’uomo è fermo sul ciglio della strada. Ha occhi piccoli e cerulei nel viso scarno, capelli grigi e pelle abbronzata e rugosa. Vi sembra di averlo già visto, mentre il contachilometri segna centoventi e lui volta la testa a seguire la vostra auto sfrecciargli davanti.
«Ti pare possibile che sia già qui? Sbagli. Si somigliano tutti, non è lui».
«Ma non si arriva mai? Sono ore che viaggiamo su questa strada, sembra che stiamo girando in tondo».
«Sta’ tranquilla. Il confine bulgaro è vicino».
«Ma Google Maps...»
«Non ci si può fidare di quel coso. Lascia perdere».
«Attenta, guarda! C’è un ingorgo».

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INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN

Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.

«Non è un ingorgo. Smettila di rompere le palle! Quando guidi, io sto zitta e buona».
Cinque auto di fronte a voi procedono a rilento, un camion è in testa alla fila, sulla strada in salita. Poi torna il rettilineo e le macchine sorpassano l’autocarro una alla volta. Adesso tocca a voi.
«L’autista... è lo stesso uomo di poco fa. Te lo giuro!»
«Vuoi smetterla con queste stronzate? Hai solo bevuto troppo, e non siamo ancora giunte a destinazione. Riesci a inquietarmi, cazzo».
«Se non avessi riso di lui sulla nave, non ci avrebbe maledette».

«Laura, nessun fottuto zingaro ci ha maledette, vuoi capirlo?»
«Sì, invece. Ne sono certa, Nora. Era uno zingaro, ha detto: “Beng tume uszaripe”. Studiamo linguistica da una vita, e anche tu avrai capito cosa significa».
«Il demonio vi aspetta». Cala il silenzio nell’abitacolo.
L’uomo è fermo sul ciglio della strada. Il camion di nuovo sul percorso in salita. Cinque auto lo seguono.
Il confine con quella Bulgaria è vicino, prima o poi sarete costrette a fermarvi. E io sono lo zingaro, io il demonio che sarà lì ad accogliervi.

Olga Gnecchi



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