È
da qualche giorno che nel territorio Usa rimbalza impazzita la notizia di
un’epidemia zombie, quanto temuto da i vari film apocalittici sembra si
stia avverando nel modo più truculento.
Pare che la faccenda si sia gonfiata a tal punto che le stesse autorità
sono dovute intervenire con un comunicato stampa, nel tentativo di calmare
la popolazione che cominciava già a manifestare forme di panico
collettivo. Ma cos’è successo realmente?
Tutto ha avuto inizio la scorsa settimana, il 28 maggio, a Miami, quando
alcuni poliziotti sono stati costretti ad abbattere il trentunenne
haitiano Rudy Eugene che, in preda a un inspiegabile raptus cannibale, ha
divorato quasi completamente la faccia di un povero senzatetto che si
trova ora in rianimazione, con più della metà della pelle del volto
lacerata o mancante.
Il secondo caso, pochi giorni dopo, si è verificato a Baltimora, qui
Alexander Kinyua confessa agli agenti che lo catturano di aver ucciso il
suo compagno di stanza e averne mangiato cuore e cervello.
Infine è il turno di Brandon Leon che, mentre viene arrestato in un fast
food, minaccia i poliziotti di divorare il loro stomaco.
Data l’impressionante forza del ragazzo, che opponeva una resistenza quasi
sovrumana, gli agenti sono dovuti ricorrere al bavaglio anti morso, per i
suoi ripetuti tentativi di aggredire alla gola quanti cercavano di
trattenerlo.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Ciò che accomuna tutti questi casi di cannibalismo e violenza, ribattezzati prontamente dalla stampa come casi di “attacco zombie”, pare essere una nuova droga chiamata Settimo cielo, questo potente stupefacente causerebbe un forte comportamento aggressivo sfociante in antropofagismo, acuendo gli istinti “bestiali” già presenti nella persona che ne fa uso (Eleonora Della Gatta: 12 giugno 2012)
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