Sawney Beane, il mostro. Scozzese di nascita, abbandonò il padre, e la
madre, per andare a vivere nella parte desertica del paese. Insieme alla
donna che diverrà sua moglie, andarono a vivere in una grotta in riva al
mare, sulla costa della contea di Galloway, dove rimasero per più di venti
cinque anni senza andare mai in una città, paese o villaggio. Diedero vita
ad uno dei Clan più terribili e orrendi della Scozia. Misero al mondo otto
figli, sei figlie, e numerosi tra nipoti e pronipoti. Un incesto dopo
l’altro.
Il loro sostentamento era dato dai furti e dagli omicidi, il loro cibo
arrivava dalle vittime, ignari prodotti da dispensa.
Dopo aver derubato ed ucciso, non esistevano preferenze, uomo, donna o
bambino, portavano il cadavere nella loro grotta dove lo sezionavano
mettendo la carne in salamoia.
Più la famiglia cresceva, più aumentava il bisogno di cibo, e di
conseguenza di vittime. Molto spesso buttavano le carcasse a mare,
lasciando che la marea, e le correnti, trasportassero i pezzi di quei
poveri sfortunati in giro per le coste.
A causa di questi resti molte persone vennero, ingiustamente, incriminate
e condannate a morte. Molti erano albergatori, colpevoli d’aver ospitato
questi viandanti.
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In tutto il paese si respirava un’aria pesante, il terrore s’impadroniva
di coloro che dovevano intraprendere un viaggio, senza contare la
difficoltà di trovare un alloggio. Molti locandieri avevano abbandonato le
loro locande per timore di venire accusati di omicidio.
Nel frattempo il clan cresceva insieme ai brutali omicidi. Nessuno ha mai
scoperto il numero delle vittime, ma si pensa che in venticinque anni
siano state oltre mille tra donne, uomini e bambini.
Gli omicidi avvenivano nelle maniere più atroci. Trovandosi davanti ad una
coppia di solito uccidevano uno dei due davanti all’altro. Le donne del
clan erano solite bere il sangue delle vittime, come un assettato alla
fonte, per poi sventrare e tagliare i poveri corpi.
Solo un uomo riuscì a sfuggire a quella morte, lo stesso uomo che raccontò, alla legge, l’orribile fine della moglie caduta nelle mani dei
cannibali.
Ogni membro della famiglia Beane venne catturato e portato ad Edimburgo
dove, senza alcun processo, venne condannato a morte.
Agli uomini, davanti alle loro donne, vennero amputati gli arti, per poi
lasciarli così, a morire dissanguati. Vennero poi bruciati a morte in tre
diversi roghi. Nessuno mostrò mai il minimo pentimento, dalle loro bocche
uscirono, fino all’ultimo respiro, solo bestemmie e imprecazioni.
Non v’è dubbio che la storia di Sawney Beane e la sua famiglia sia stata
raccontata, fantasticata e modificata. Molti scrittori affermano (senza
alcuna prova reale) che l'intera storia sia una leggenda. Tuttavia, la
storia, è convincente radicata nella realtà. I luoghi descritti nella
storia esistono davvero, e gli eventi sono stati cantati dai cantastorie
molto prima che la stampa li facesse suoi.
Se guardate il film "Le colline hanno gli occhi", a cosa pensate ora?
(Viviana Guiso: 18 aprile 2012)
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