Il cinema horror è spesso relegato a una nicchia, amato dal pubblico ma snobbato dalle grandi giurie dei premi. Eppure, nel corso della storia, ci sono stati momenti in cui l’orrore ha fatto breccia nel cuore dell’Academy, dei festival internazionali e dei critici più esigenti. In questo articolo esploriamo i film horror che sono riusciti non solo a terrorizzare il pubblico, ma anche a conquistare gli Oscar e altri prestigiosi riconoscimenti.
L’Oscar all’orrore
Il silenzio degli innocenti (1991) –
L’unico horror della storia ad aver vinto i "Big Five" agli Oscar: Miglior Film, Regia (Jonathan Demme), Attore (Anthony Hopkins), Attrice (Jodie Foster) e Sceneggiatura non originale. Una pietra miliare che ha elevato il genere a vette insperate, mescolando tensione psicologica, terrore e raffinatezza narrativa.
Get Out (2017) –
Con la sua potente allegoria sul razzismo, questo film ha stravolto le regole del gioco. Jordan Peele ha portato a casa l’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale, dimostrando che l’horror sociale può avere un impatto culturale devastante.
Il labirinto del fauno (2006) –
Guillermo del Toro ha creato un’opera sospesa tra horror e fiaba oscura, vincendo tre Oscar (fotografia, scenografia, trucco). Un film che dimostra come l’orrore possa essere poesia visiva.
Black Swan (2010) –
Thriller psicologico con forti elementi horror, ha regalato a Natalie Portman l’Oscar come Miglior Attrice. Il film di Darren Aronofsky esplora la follia e l’ossessione con inquietudine e grazia.
La forma dell’acqua (2017) –
Un mostro d’acqua e una storia d’amore. Guillermo del Toro colpisce ancora, portando a casa ben quattro Oscar, incluso Miglior Film. Un’opera che miscela horror, romanticismo e fantascienza.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Altri horror premiati (anche senza Oscar)
Molti film horror, pur non vincendo l’Oscar, sono stati celebrati in altri contesti di alto livello:
Rosemary’s Baby (1968) – Oscar a Ruth Gordon come miglior attrice non protagonista. Un classico dell’orrore satanico.
Lo squalo (1975) – 3 Oscar tecnici. Ha terrorizzato intere generazioni ed elevato Spielberg a maestro del brivido.
The Exorcist (1973) – 10 nomination, 2 vittorie (Sceneggiatura e Sonoro). Un successo critico e commerciale senza precedenti.
The Witch (2015) – Premio regia al Sundance. Un horror folk che ha rilanciato il genere con un’estetica raffinata.
Midsommar (2019) – Non ha ricevuto Oscar, ma è stato osannato in festival indipendenti per la sua unicità visiva.
The Babadook (2014) – Un caso di culto, premiato in numerosi festival per la sua profondità psicologica.
Gli horror ignorati (all’inizio) ma rivalutati nel tempo
Psycho (1960) – Solo 4 nomination e nessuna vittoria, eppure oggi è considerato uno dei migliori film mai realizzati.
The Shining (1980) – Nessuna nomination all’Oscar, incredibilmente. Ma con il tempo è diventato un capolavoro celebrato ovunque.
Un genere che cambia maschera
L’horror non è più solo sangue e urla. È diventato veicolo per affrontare traumi, ingiustizie sociali, ansie contemporanee. I premi assegnati a film come Get Out o The Babadook testimoniano questo cambiamento: oggi l’orrore è anche denuncia, introspezione, arte visiva.
E se un tempo i mostri abitavano le cantine, oggi si annidano nei traumi, nelle relazioni tossiche, nei sistemi corrotti. Forse proprio per questo, l’horror sta finalmente conquistando il rispetto che merita.
Conclusione: l’horror è arte
I film horror premiati dimostrano che questo genere, spesso sottovalutato, è in realtà uno dei più ricchi, versatili e potenti del cinema. E quando viene trattato con intelligenza e visione artistica, riesce anche a portarsi a casa le statuette dorate.
Dopotutto, cosa c’è di più universale della paura?
(Redazione: 15 aprile 2025)
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