Nuovi delitti, vecchi amici

Se siete su questa pagina amate il genere horror. E amate anche leggere voci italiane, storiche ed emergenti. Buon per voi. E allora dovete per forza di cose conoscere il volume Primi delitti che tanto scalpore scatenò a cavallo degli anni 80 e 90. Io ero un po' troppo piccola (9 anni) e mi dispiace davvero di essermi persa l'ondata di sdegnati puritani che al grido di “I BAMBINI! NESSUNO PENSA AI BAMBINI?” (nella loro miglior interpretazione di Helen Lovejoy) si scagliò contro un piccolo volume di racconti edito da un editore di nicchia (Acme) e uscito in allegato con la rivista Splatter.
L'autore era tal Paolo Di Orazio, scrittore e musicista, il quale aveva osato narrare di bambini assassini. Precorrendo i tempi, a dar un'occhiata ai tg.
Comunque no, non si fa, cattivo! Non si mostrano dei bambini malvagi, nemmeno per finta in un racconto di fantasia.
E allora ecco una bella interrogazione parlamentare per istigazione alla violenza. A pensarci fa ridere. E anche alterare.

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ANTOLOGIA ALIENA... LA TERRA È SOTTO ATTACCO!
Per secoli, l’umanità ha scrutato il cielo in cerca di risposte, domandandosi se siamo davvero soli nell’universo. “Alieni cattivi” esplora proprio questa dimensione: 20 racconti che ridanno vita a quel timore primordiale, portandolo nel cuore della nostra quotidianità. Ogni storia è un viaggio in un incubo diverso, dove l'invasore non arriva sempre dallo spazio profondo, ma si annida anche tra le pieghe della realtà che conosciamo. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 20 illustrazioni.

Forse persino nel lontano 1989 ci poteva essere qualche problema più impellente. Ma tant'è. Il volume, molto apprezzato fin da subito dagli amanti del genere horror e pulp, anche grazie alla sua storia politica, è diventato un cult nostrano. La prima edizione, quella incriminata, contava 9 racconti.
Nel 1997 l'editore Castelvecchi ripropose il volume con una nuova veste e arricchito del decimo racconto. Nel 2021 i piccoli angeli assassini tornano per quelli di D Editore.
Che si lancia in un'avventura spericolata. Quella di cui vorremmo parlarvi oggi, cari Scheletrini.

SCHEDA TECNICA

Titolo: Nuovi delitti (secondo volume di una trilogia)
Autore: Paolo di Orazio
Editore: D Editore
Formato: ebook e cartaceo
Numero pagine: 180
Prezzo: 16,90 euro

SINOSSI
Ebbene sì, l'hanno fatto.
Paolo Di Orazio e D Editore hanno scientemente deciso di gettare un occhio sul presente dei nostri vecchi, piccoli amici.
Nuovi delitti ci trascina nella vita attuale di Tommaso, Iodea, Patrick, Simon, Marianna, Nick, Tristano, Mott, Claretta e tutti gli altri adorabili mostri che tanto spaventarono la felice Italia dell'inizio degli anni 90.
Cosa è successo a coloro che, per incidente o scientemente, uccisero la propria nonna, la baby sitter, il proprio padre, il fratellino, la suora malvagia... l'intera famiglia? Occhio all'insalata di riso, a proposito.

RECENSIONE
I dieci racconti che compongono questo secondo volume ci portano al presente, rispettando alla perfezione la timeline.
I bambini che si erano macchiati l'anima nel 1989 (Claretta nel 1997) si sono evoluti.
Alcuni di loro sono stati in terapia (magari non proprio in maniera volontaria), altri sono stati “rieducati”, altri ancora non hanno mai pagato per il delitto commesso.
Ma lo hanno commesso veramente?
La memoria, a distanza di tanti anni, fa brutti scherzi.
Perché Iodea avrebbe dovuto uccidere la sua bebisitter barra matrigna?
Perché Patrick avrebbe dovuto sterminare e mangiare la sua famiglia? Ma poi, è proprio Patrick l'uomo a processo?
Alcuni di loro hanno comunque provato a curarsi, magari attraverso l'arte; altri continuano ad autopunirsi per espiare il peccato commesso in un momento di follia e debolezza; altri ancora hanno abbracciato la propria ombra e le hanno consegnato il timone della propria esistenza.
Ma in questa galleria di ritratti teneri e grotteschi emergono in controluce quelli che sono i veri mostri, quelli che non finiscono a ingrossare la cronaca nera, perché sono mostri legali.
Il direttore della RSA che conosce il vizietto del suo dipendente e lo copre per evitare grane.
L'avvocato che, con il suo linguaggio tanto forbito quanto privo di anima, non si fa alcuno scrupolo. Gli uomini che nel dark web, per i più disparati e abominevoli motivi, sono disposti a pagare cifre notevoli per una freak.
Ecco, questi sono i comprimari dei mostri protagonisti dei dieci racconti; e sono loro a farti sentire il gelo lungo la spina dorsale, perché loro sono i mostri della quotidianità, quelli normali e insospettabili.
Menzione d'o(rr)nore al Maiale, il padre di Claretta. Lui è il Mostro per eccellenza; non quello che gira di notte nei vicoli oscuri, ma quello che sta in casa con te. Quello che i vicini “Ma era una brava persona, salutava sempre”. Quello che ha su la sua bella maschera.
Quello contro cui le Clarette del mondo troppo spesso vengono lasciate a combattere da sole.
E se lottano si trovano pure contro un'altra ben nutrita schiera di mostri che le accusano di mille sciocchezze per delegittimare la loro battaglia.
In un gioco di luci e ombre, tra reale, realistico, immaginario e grottesco, Paolo Di Orazio ci racconta delle storie in cui confini e contorni sono sfumati, vittime e carnefici giocano a rimpiattino, la mente di chi ha vissuto l'orrore è sconvolta e non affidabile, ma al di là del velo, noi lettori, aguzzando la vista, possiamo quantomeno individuare da chi dovremmo veramente guardarci.

QUATTRO CHIACCHIERE CON PAOLO DI ORAZIO

Ciao Paolo e benvenuto su Scheletri.
Innanzitutto vorrei chiederti dovecomequando è germogliata l'idea di andare a scoprire che combinano oggi quei ragazzacci del 1989.

PDO: Grazie a Scheletri, innanzitutto. Per fare onore alla mia memoria caotica, non ho coordinate precise sul dovecomequando. Posso però dire che nella vita spesso prendo scelte avventate, senza riflettere. Combino guai, poi penso a come rimediare: in fondo, è come buttare giù la prima stesura di un romanzo e poi correggere le cafonate scritte. Quasi seriamente, posso dire che l’idea è germogliata ad aprile del 2020. Nel post che scrissi, corredato di tre foto-shoppate, dicevo: «Man at Work. Prendo coraggio a quattro mani e scrivo il SEQUEL di PRIMI DELITTI in formato TRILOGIA. Non so come e con chi uscirà ma farò in modo che chi vuole lo abbia. Come molti sanno, Primi Delitti ha segnato un’epoca e i cuori di moltissimi lettori. Insomma, prima che sia troppo tardi mi è necessario chiudere questo cerchio, partendo da un must verso nuove direzioni. Cthulhu sia con me». Qundi, ecco qua il dove.
Come e quando. Un anno dopo, conosco Emmanuele Pilia di D Editore, grazie all’amico scrittore Giovanni Lucchese aver firmato il contratto con D Editore per l’edizione 2021 di Primi Delitti, più o meno in primavera-estate. È il mio libro più ristampato e, ossessionato dall’effetto-noia ho pensato che fosse il caso di proporlo in una “nuova” veste pur essendo lo stesso libro di 35 anni fa che moltissimi possiedono già in cinque edizioni (Acme, racconti e fumetto; Castelvecchi, racconti; 001, fumetto; Independent Legions racconti). Cioè, l’ho fatto diventare l’inizio di una trilogia e quindi un pezzo unico per la quinta volta.

L'affetto che nutri per i tuoi mostriciattoli è palpabile; la volontà di entrare in empatia con loro e con le azioni che compiono è il fil rouge che lega entrambi i volumi. Questo forse è stato il punto focale dell'accusa dell'epoca: il fatto che non c'è condanna nelle tue parole. Ma cercare di capire è una spropositata ambizione, quando la massima aspirazione della maggior parte delle persone è cacciare lo sporco sotto il tappeto. Quali tra i tuoi protagonisti vorresti poter abbracciare per sussurrargli che andrà tutto bene? E quale effettivamente non vorresti mai incontrare per strada neanche per sbaglio?

PDO: Non c’è condanna proprio perché odio con tutto me stesso le leggi farlocche (ovverossia manipolazione massmediatica) del politically correct, da sempre. Se il male è Male nella vita, allora può esserlo a maggior ragione in una rappresentazione artistica. Quindi, i miei protagonisti agiscono nella dimensione inaccettabile dell’essere. Io scrivo horror e splatterpunk, ovvero le formule più nobili della neanche troppo metaforica visione della realtà (sociale e umana). Abbraccerei tutti i miei personaggi – anche quelli che hanno preso vita in altre mie storie – ma non direi mai loro che andrà tutto bene, né tutto male. Forse non incontrerei Mott. Non mi piace la sua collaboratrice.

Nel corso degli anni il popolo degli strambi, degli amanti dell'horror e del weird, è notevolmente cresciuto di numero e di conseguenza lo stigma sociale è minore, rispetto agli anni 80.
Ma lo zoccolo duro dei puritani per certi versi è ancora più intransigente. Questo in un mondo in cui notizie e immagini viaggiano alla velocità della luce e sul nostro cellulare possiamo vedere una città bombardata in diretta, l'esecuzione di un condannato, il video di un ragazzino che fa una strage in un centro commerciale, gente che parte col pullman per fare foto sul luogo di un delitto, giornalisti che inseguono genitori che hanno perso tragicamente un figlio chiedendo insistentemente “Come vi sentite?”. Però oh!, se scrivi un racconto in cui c'è un omicidio o (orrore!) una scena di sesso, è ovvio che il mostro, il deviato sei tu.
Tu come te lo spieghi, se ci riesci, questo assurdo divario nella percezione dell'orrore?

PDO: Questo pregiudizio nei confronti dell’horror me lo spiego nel modo più semplice: si ha paura di ciò che non si conosce. Per di più, l’horror parla di temi scomodi (la morte, la violenza, le paure ancestrali). O questi temi li sai gestire dall’età del gioco, l’età scolare attraverso le fiabe, i film condivisi nel nucleo familiare, oppure ne sei fuori.

Grazie di cuore a Paolo per questa chiacchierata e a voi buona lettura!
(Monia Guredda: 29 novembre 2024)

Monia Guredda nasce a Roma nel 1983. Consegue un’utilissima maturità artistica e un’ancor più utile laurea triennale in Arti e Scienze dello Spettacolo. Ama leggere, ama scrivere, ama vedere film e serie tv (che a volte chiama ancora “telefilm”). Organizzatrice di eventi letterari, giornalista pubblicista e scrittrice pubblicata, sguazza con maggior delizia nel genere horror (con una nota di ironia), anche se di tanto in tanto non disdegna incursioni in altri territori. Strega buona (quasi sempre) consulta con una certa regolarità i suoi fedeli tarocchi che a volte le danno delle dritte anche per nuovi racconti. Suoi racconti sono apparsi su Letteraturahorror.it, La Soglia Oscura, Watson e Tuga mentre il primo libro tutto suo è uscito per quelli di Edizioni La Rìa con il titolo “Puoi sentirli sussurrare”. Le è costata più fatica trovare il titolo che scrivere i 22 racconti presenti nella raccolta.



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