Il banditore

di Joan Samson - pagine 285 - euro 17,90 - Sperling & Kupfer

"Il banditore" di Joan Samson, scrittrice morta all’età di trentotto anni e autrice solo di questo romanzo, è il titolo con cui la casa editrice Sperling & Kupfer inaugura la collana “Macabre”. “Macabre” in omaggio al saggio "Danse Macabre" di Stephen King.
Joan Samson lo ha scritto nel 1976 ma non appare per niente superato anzi spicca per la sua modernità.
La storia inizia raccontando le vicende della famiglia Moore, composta da John, Mim, la loro figlia di quattro anni Hildie e l’anziana madre di John, chiamata nel corso del romanzo solo con l’appellativo di Ma’.
I Moore vivono in una fattoria che fa parte della piccola comunità rurale di Harlowe nel New Hampshire. La vita di John e Mim è scandita dal ritmo del lavoro nei campi e nella stalla. La mietitura e la mungitura si alternano. Mentre la piccola Hildie cresce sotto il loro amorevole sguardo. Ma’, con i suoi problemi alle ossa, trascorre il tempo davanti alla televisione.
Una vita semplice che viene interrotta dall’arrivo di Perly Dunsmore, un banditore di aste, che con l’aiuto della polizia locale, inizia a organizzare “le aste del sabato”.
Per portare avanti questa iniziativa, Dunsmore chiede ai Moore e agli altri abitanti di Harlowe oggetti in disuso: vecchi mobili o attrezzi agricoli.
Con la sua parlantina e i modi affabili e carismatici, servendosi di discorsi in cui intercala alle descrizioni degli oggetti in vendita richiami allo spirito di iniziativa e ai valori tradizionali americani, Dunsmore organizza veri e propri eventi cui partecipano con soddisfazione e compiacimento sia i cittadini di Harlowe, sia turisti provenienti dalle grandi città limitrofe.

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Tutto sembra procedere bene finché la richiesta di anticaglie non diviene sempre più insistente al punto che sia i Moore sia i loro concittadini si separano da cose a cui tenevano molto e chi si rifiuta di acconsentire diventa vittima di strani incidenti.
Il ritmo della narrazione è serrato, lo stile semplice è evocativo. La caratterizzazione dei personaggi è ottima: le figure non sono stereotipate. Così come la descrizione del paese e dell’atmosfera che lo pervade sono rese con brevi frase incisive e pertinenti, come questa, per esempio: “Venne il tempo del fango, poi delle mosche e poi delle zanzare.”
"Il banditore" è un romanzo che parte con la narrazione dal punto di vista dei Moore per allargarsi poi in una storia corale che vede gradualmente venire alla luce e prendere il loro posto nella narrazione gli altri abitanti di Harlowe. Un ciclone letterario che ha il suo occhio nella figura mefistofelica di Perly Dusnmore.
Un romanzo inquietante che (una volta tanto la fascetta in cui Stephen King elogia l’opera della Samson appare veritiera) non a caso è ispiratore del Re dell’horror: mentre si legge "Il banditore" viene in mente "Cose preziose", romanzo scritto da King quasi vent’anni dopo.
"Il banditore" fa pensare anche al racconto "La lotteria" di Shirley Jackson e più in generale a l’opera di questa autrice per il modo in cui l’orrore e l’inquietudine si intersecano armonicamente nella quotidianità.
"Il banditore" non ha bisogno degli archetipi del sovrannaturale per inquietare e spaventare. Alla Samson è sufficiente raccontare la vita di una comunità chiusa in se stessa (fuori, nelle grandi città imperversano droga e violenza) e le sue routine quando vengono a prendere una piega inaspettata che fa venire alla luce il loro lato oscuro, non come qualcosa che proviene dall’esterno ma qualcosa che è già presente e ha bisogno solo dell’innesco per rivelarsi.
Una felice soluzione narrativa è quella di non far comparire spesso Perly Dunsmore rivelando la sua presenza più attraverso le sue azioni.
Un thriller inquietante ed emozionante che consiglio a tutti, non solo ai lettori di Stephen King.
Voto: 8

Incipit
Il fuoco si levava in un cono perfetto, appeso al filo di fumo che saliva dritto fino al cielo primaverile. Mim e John prelevavano i rami asciutti dalla catasta a ridosso del muro di pietra e li gettavano tra le fiamme, facendosi rapidamente indietro non appena le foglie secche si mettevano a bruciare con un sibilo.

Luca Bonatesta è nato a Brindisi il 26 gennaio 1972. Ha lavorato dodici anni in un’agenzia giornalistica. Ha collaborato con il Club Ghost per circa quattro anni. È arrivato finalista in vari premi letterari (Hypnos, Lovecraft, Concorso Morto, Morte Erotica). Nel 2016 è uscito il suo ebook L’angelo e il vampiro per Hypnos Edizioni. Ha pubblicato racconti su riviste e antologie cartacee e siti internet.



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