di Emanuela A. Imineo - pagine 222 - prezzo 18 euro - Dark Abyss Edizioni
Amanti dell'horror tremate, Emanuela Imineo, editrice ed autrice, conosciuta come Madreh Corva, ci propone una vera e propria bomba di genere. Parliamo di Figlia del rantolo, dove la protagonista Branwen tornerà a casa dalla sua famiglia a seguito della morte del padre comunicatagli dal fratello. Fin da subito si percepisce un clima ricco di angoscia e paura.
Anni prima a causa delle stranezze del padre ormai sull'orlo della follia, Branwen fu costretta a scappare di casa abbandonando la famiglia. Ora le cose sono ancora peggiori, la madre di Branwen sembra essere ormai matta da legare, e il fratello Liam parrebbe ignorare se non addirittura insabbiare la criticità della situazione. Ma cosa è successo veramente?
Attraverso una narrazione continua di sensazioni ed emozioni, potremo immergerci appieno nella mente e nel cuore della protagonista, scoprendo passo dopo passo quali orrori si sono svolti tra le mura della casa di famiglia, quali ingiustizie, quali perdite, e soprattutto scopriremo che qualcosa di non umano ha qualcosa da reclamare.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Un romanzo che si rivela una denuncia contro il lutto, l'impotenza delle persone nel proteggere i propri cari, nell'evidenziare come la vita a volte possa essere insensibile e spietata. Un'opera curata in ogni dettaglio, dalla copertina alle illustrazioni, un vero capolavoro. La Dark Abyss Edizioni e Madre Corva meritano le nostre lodi.
Voto 7/8
[Cristian Muraglia]
Incipit
Non mi sono scelta questo nome. Me l’ha inciso la morte addosso, con le mani fredde posate su mia nonna. Me l’ha sussurrato il rantolo che le esplodeva in gola mentre la guardavo morire centimetro dopo centimetro, col corpo che cedeva e la gola che si sfaldava, piena di una vita in decomposizione. Non era pace, quella. Era orrore puro. Quel suono... Dea mia, quel maledetto suono. Era come sentire la carne bollire da dentro; la vita che si spegne rantolando nel suo stesso marciume. E io, con le viscere in fiamme, rimanevo immobile, inchiodata da un potere più grande di me: doverla accompagnare e sentirla morire. Tutta. Fino in fondo. Lì ho smesso di essere solo sua nipote. Sono diventata altro. Altro e oltre. Un’orfana dell’anima. Una figlia del rantolo. Il rantolo della morte è un suono gorgogliante, umido, profondo come un richiamo dall’oltretomba.
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