di Enrico Graglia - pagine 178 - Independent Legions Publishing
Nikolaus, un ex militare, viene ingaggiato per trasportare degli organi attraverso il deserto, e fare in modo che arrivino sani e salvi in una struttura dove si cerca la cura per la malattia che ha provocato mostruose mutazioni in gran parte della popolazione umana.
“Il deserto degli striati” di Enrico Graglia si muove su binari conosciuti, ma riesce comunque a ritagliarsi un proprio spazio, ad avere una sua cifra personale. Attinge a un immaginario già noto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi e soprattutto del protagonista, un ex militare rude e spietato, che sopravvive gestendo un bar scalcagnato e organizzando combattimenti clandestini, e anche la trama ha un che di già sentito, con il mezzo pesantemente corazzato che deve attraversare il deserto, le vittime della pandemia che hanno subito mutazioni orrende e vagano in modo simile a zombie e la misteriosa organizzazione che è riuscita a mantenere una parvenza di normalità in una specie di isola felice e offre ai protagonisti una via di salvezza.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Lo stile, però, è pulito, scorrevole, e fa in modo che la lettura sia un’esperienza piacevole. Ci sono alcuni spunti molto buoni, come l’elemento sovrannaturale e la gestione del personaggio di Isabel, che potrebbe sembrare la classica “woman in refrigerator” e invece rivela degli aspetti sorprendenti. Inoltre, la tensione è gestita bene, i colpi di scena non sono scontati e il finale è molto efficace.
Voto: 8
[Sara Bondi]
Incipit
Troppo facile, stronzo, pensa Nik. Lo striato fissa l’uomo a occhi spalancati. La sclera giallastra iniettata di sangue, la pupilla dilatata, la retina il contorno sottile di un sole in eclissi. Digrigna i denti acuminati come zanne, che sporgono dal muso da cane. Due ragazzi del No Mercy tengono il mutato alla catena, pronti a liberarlo; le maglie d’acciaio a serrargli il collo, mentre ringhia, sbavando come un dannato. Puzza parecchio, al pari di tutti gli striati
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