Il ritorno di Herbert West, il Rianimatore: il nuovo fumetto lovecraftiano del maestro Stefano Cardoselli
“La vita e la morte sono di un bellissimo verde.”
(Herbert West Rianimatore, Stefano Cardoselli)
“Di Herbert West, che in altri tempi fu mio amico e compagno di studi all’università, posso parlare soltanto con immenso terrore. Un terrore che non nasce soltanto dalle sinistre circostanze della sua recente scomparsa, ma deriva dalla natura stessa dell’attività cui egli ha dedicato tutta la sua vita.” Con queste parole Howard Phillips Lovecraft inizia a narrare uno dei suoi più noti racconti: “Herbert West: Reanimator” (1922). La storia del giovane dottor Herbert West, del suo genio e del suo siero in grado di sconfiggere la morte e ridare la vita, fra indicibili incubi.
Con questo personaggio, Lovecraft reinterpreta il mito romantico di “Frankenstein”, lo fa suo e lo rende incarnazione della propria visione pessimistica della scienza, le cui conoscenze in mano all’umanità diventano arma, orrore, morte. Inoltre, al contrario della maggior parte di altri suoi protagonisti, in balia di forze esterne e aliene, Herbert West resta solido e artefice del proprio destino. Herbert porta avanti il suo esperimento, lo spinge all’estremo, con una spietata lucidità e totale indifferenza verso la distruzione che sta creando. Herbert ha paura, certo, ma il suo bisogno di sapere, di sconfiggere l’ultima grande malattia che è la morte non lo ferma. La sua non è mai follia, non è mai cecità poiché è consapevole di cosa sta succedendo e facendo: il suo è il lucido occhio della Scienza. Nessuna etica né moralità né umanità, solo puro desiderio di sapere.
Ecco, la stessa gelida ferocia e limpida coscienza di Herbert West sono state perfettamente rappresentate nel nuovo fumetto del maestro Stefano Cardoselli, targato Independent Legion. Lasciati gli anni ’20 e ambientati gli eventi negli anni ’80 (uno dei tanti omaggi dell’opera all’adattamento di Stuart Gordon), il disegno crudo e netto di Cardoselli proietta gli orrori di West che, lentamente, divorano il lettore ad ogni pagina.
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Non c’è spazio per essere timidi, non nel mondo di Herbert West. La matita dell’autore è come un bisturi che apre la carne del foglio, lasciandola sanguinante. L’inchiostro è denso, riempie gli spazi e definisce le figure, perse in un bianco infinito e vertiginoso. Le immense splah page, spesso silenti, rallentano la narrazione, la esasperano in un crescendo di tensione allucinante.
Ed infatti, oltre al tratto dell’autore così unico, un altro particolare che mi ha colpito nella storia tracciata da Cardoselli è racchiuso nel personaggio di Herbert West: il silenzio. È vero, nella storia di Lovecraft era l’assistente di West a raccontare, ma capitava che l’uomo riportasse a volte anche letteralmente le parole di Herbert così che, in qualche modo, questo vuoto veniva a colmarsi. Qui non è così. West non parla. Nessun baloon sfiora mai le sue labbra. E qui sta la potenza del disegno e dell’Herbert West di Cardoselli. Herbert non ha bisogno di parlare. I suoi occhi parlano. La sua espressione tesa e impassibile ruggisce. Addirittura, l’ambiente sostituisce il suo pensiero sulle tavole.
“West rimase in silenzio per giorni” scrive Cardoselli, ma ecco che la plash page successiva mostra l’albero davanti alla casa di West le cui radici proprio in quel momento stanno crescendo tacite, si espandono nella terra... Come dendriti e assoni di infiniti neuroni. Così come la mente di West che sta elaborando nuovi piani, nuove vie per raggiungere i suoi scopi.
Per di più, da amante sia di Lovecraft che del film “Re-Animator” (1985) di Gordon, ho molto apprezzato le tante piccole citazioni sparse per il fumetto. Il gatto nero che circola per il laboratorio, il rettore redivivo trasformato in mostro omicida, l’aspetto di West così vicino alla figura di Jeffrey Combs fino ad arrivare alla vetrata istoriata dell’università Miskatonic che richiama Cthulhu, Yog-Sothoth e Nyarlathotep. Potevo quasi vedere il verde del siero scintillare attraverso la carta.
Cardoselli non dimentica Lovecraft né gli adattamenti passati e ci regala la sua personale versione della storia. Una storia cattiva e squisitamente cruenta, tinta di un bellissimo verde morte.
Curiosità
1. “Herbert West, Rianimatore” fu l’unico racconto che Lovecraft scrisse su commissione, sebbene lo ritenesse un fatto molto deplorevole. Così scrive al suo amico Frank Belknap Long l’8 ottobre 1921: “Scrivere su ordinazione e tracciare un personaggio attraverso una serie di episodi artificiali, comporta la violazione di ogni spontaneità e unità di espressione, che sono caratteristiche fondamentali della narrazione breve. Riduce l’infelice autore a discendere al livello dei pennivendoli meccanici e privi di immaginazione. Tuttavia, quando si ha bisogno di denaro, non è lecito farsi scrupoli: perciò ho accettato il lavoro.” [Tratto da “Lovecraft: Tutti i romanzi e racconti” della Newton Compton Editori, 2018]
2. “Herbert West, Rianimatore” è uno dei precursori del genere zombie. Infatti, all’epoca i morti redivi di questo tipo erano creature legate al voodoo, alla negromanzia o alla magia. I morti antropofagi e assassini di West sono invece frutto di esperimenti scientifici. Con Lovecrat lo zombie inizia allora una rappresentazione meno leggendaria e più di stampo scientifico, portata così avanti da Richard Matheson in “La danza dei morti” (1954) e poi definitivamente confermata e resa celebre in “La notte dei morti viventi” (1968) di George A. Romero.
3. In fumetto, il racconto ha visto un adattamento nel 1950 sulla rivista Weird Science della EC Comics e in tempi più recenti con la Dynamite Entertainment. Quest’ultima ha prodotto una miniserie intitolata “Army of Darkness vs. Re-Animator”, dove Herbert West incontra Ash Williams. Non solo, Herbert ha avuta una serie autonoma e ha incontrato anche altri personaggi noti. L’incontro più insolito, ma anche uno dei più interessanti è stato con Vampirella!
4. Il racconto ha avuto vari adattamenti cinematografici: “Re-Animator” di Stuart Gordon (1985), a cui sono seguiti “Re-Animator 2: Bride of Re-Animator” (1990) e “Beyond Re-Animator” (2003), e il più recente “Herbert West Reanimator” di Ivan Zuccon (2017).
Autore
Stefano Cardoselli fin dagli esordi, nel 1999 collabora con realtà indie del fumetto americano pubblicando stabilmente su Heavy Metal Magazine. Negli anni collabora con 2000 AD, con case editrici quali Simon and Shuster, Scout Comics, Caliber Comics, Antartic Press, e in Italia con Cut Up Publishing e Independent Legions Publishing. Nel 2015 ottiene la nomination come miglior disegnatore italiano al Treviso Comic Book Festival. È il primo italiano a far parte dell’antologia fantasy “Tales of Teelguuth” edita da 2000 AD con l’introduzione di Alan Moore. Sempre nel 2015 realizza la cover per la biografia a fumetti di Ozzy Osbourne per l’americana Storm Front. Nel 2019 illustra la graphic novel “Calcutta Horror” (Independent Legions), sce-neggiata da Alessandro Manzetti, che riceve una nomination al premio Bram Stoker Award nella categoria ‘Best Graphic Novel’. È presente su Rolling Stone, Time Magazine e considerato dal Corriere della Sera tra gli interpreti della corrente artisti-co/letteraria nata a metà degli anni 90 ‘La generazione Pulp’. Tra le sue ultime opere: le graphic novels ‘Sunshine Doom 1971’ (2019), ‘Helll Cross’ (2019), ‘Calcutta Horror’ (2019), ‘Kraken Inferno’ (2020). In uscita per i nostri tipi nel 2020: l’artbook ‘Tarantino’ e le graphic novels ‘L’Orrore a Red Hook’ e ‘L’Abitatore del Lago’.
Dati tecnici
Titolo originale: Herbert West Rianimatore
Sceneggiatura e disegni: Stefano Cardoselli
Uscita italiana: 2020
Pubblicato da: Independent Legions Publishing
Collana: High Voltage. Serie “Lovecraft Experience”, Albo 1
Volumi: 1
Anna Silvia Armenise è un’autrice e sceneggiatrice emergente, dedita soprattutto al genere horror.
Come autrice, ha pubblicato il saggio Evil Dead – Un viaggio nel regno del Male (2019), scritto insieme al collega Emanuele Crivello, e Joe Dante – Master of horror (2019), saggio collettivo, per la casa editrice Weird Book; la storia La notte degli Streghi, sceneggiata e illustrata dalla stessa autrice, contenuta nella raccolta a fumetti Acqua di Luna (2019); le raccolte di racconti Ai confini del crepuscolo (2013) e Lacrima di tenebra (2014), pubblicati da Biblioteca di Testi Brevi, a seguito della vittoria al concorso nazionale Patrizia Brunetti; vari racconti e un saggio breve nelle raccolte collettive Emozioni in marcia (2015) e Il luogo della parola (2015), per Fara Editore, e in Z di Zombie (2016), per LetteraturaHorror.it.
Ha ottenuto, inoltre, diversi riconoscimenti letterari nel corso degli anni, come il primo posto al concorso nazionale Faraexcelsior 2015, la selezione d’onore allo storico Premio Robot nel 2016 e la selezione all’Asylum Horror Story 2020.
Dal 2015, Armenise lavora attivamente come sceneggiatrice per vari gruppi cinematografici indipendenti, per cui ha scritto cortometraggi come What you want (2015) e Within (2017), selezionato al concorso americano My Annabelle Creation e al canadese Fake Flesh Film Fest 2017.
In veste di articolista, scrive per i noti siti Scheletri.com, Non aprite questa porta e Nerdgazmo.
Infine, dal 2016 collabora con il gruppo teatrale I Delittuosi per cui scrive sceneggiature teatrali inedite per Cene con Delitto Comiche. Dalla sua penna sono nate le commedie: Il fantasma è servito, Dottor Ford! (2016),Transilvania Express (2018) e Funeral Club (2019).
Libri, film, serie tv, fumetti... è una horror nerd fatta e finita, immersa nel sangue fino alle ginocchia e con gli occhi ben puntati verso l’Abisso.
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