Lo squalo 3

Tiitolo originale: Jaws 3-D
Regia: Joe Alves
Cast: Dennis Quaid, Bess Armstrong, Simon MacCorkindale, Louis Gossett Jr., John Putch
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1983
Durata: 94 minuti

Trama

Nel grande parco acquatico di Sea-World a Orlando sono state create lagune, tunnel e percorsi vari per intrattenere i turisti, il tutto condito da delfini, sci d’acqua, e cocktail a volontà. Nel parco lavora anche l’ingegnere capo Michael Brody, figlio del veterano capo della polizia di Amity, Martin Brody, ed anche la sua ragazza Key, biologa marina. A causa d’un guasto al cancello un grosso squalo bianco femmina segue un gruppo di sciatori d’acqua ed entra nel parco. Poco dopo un meccanico sceso da solo per rimettere in funzione il cancello viene sbranato senza pietà. Gli stessi delfini, amici di Key ed attrazioni del centro, non ne vogliono sapere di uscire dal recinto per nuotare nella laguna. Ben presto sia Michael che Key s’accorgono della presenza ingombrante dell’implacabile predatore e corrono per avvertire tutti i turisti presenti, ma non fanno in tempo: lo squalo è già in mezzo a loro!

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Recensione

Quanto siamo lontani dall’isola di Amity! Quello era un nome inventato per una location reale in uno dei primi film girati in alto mare, Lo Squalo del 1975, Sea-World viceversa appare già come una località plastificata senza alcuna radice coerente: un parco acquatico in mezzo al nulla. Ma va bene, siamo agli inizi degli anni ‘80 e si cercano novità che attirino l’attenzione.
La trama non si differenzia molto dagli altri due film, un grosso squalo bianco penetra nella zona turistica e inizia a seminare angoscia e terrore, ma se ciò che faceva la differenza nel primo (in parte anche nel secondo) erano sia l’ambientazione naturale sia le scene di vita quotidiana, in questo terzo di spazio per il quotidiano ce n’è poco. In ogni caso le intenzioni della sceneggiatura e della storia sono le migliori, con un certo equilibrio tra le scene buie (fin troppo!) e quelle alla luce del sole, del resto l’aver scelto un parco coi suoi tunnel comprendeva la presenza di scene oscure e claustrofobiche. Fu anche architettata l’idea del 3D con occhiali usa e getta di cartone da distribuire al pubblico. Gli occhiali servivano soltanto per determinate scene ma la cosa si rivelò un mezzo flop e gli occhiali non furono distribuiti in modo uniforme in tutti gli stati.

Spielberg nel primo aveva saggiamente scelto di dosare al minimo la presenza dello squalo, per aumentare la tensione ed evitare una sovraesposizione, ma nei sequel tale strategia non sarà seguita. Il giovane Dennis Quaid/Michael, la parte buona del salvatore, e il facoltoso proprietario del parco Calvin Bouchard (interpretato dall’inossidabile Louis Gosset Jr, indimenticabile sergente Foley di “Ufficiale e gentiluomo” del 1983), sono gli attori cardine cui gira tutto intorno, tra l’altro i modi e la scaltrezza di Gosset danno il giusto pepe alla vicenda, e Quaid si da un gran da fare, ma non possono reggere se confrontati coi mostri sacri Scheider e Robert Shaw.
Siamo sempre nell’intrattenimento puro sotto (e sopra) i mari, adrenalina e paura, questo c’è e in abbondanza, tanto che il film va rivisto certamente anche da chi lo vide per la prima volta nelle sale. Tra l’altro per quei tempi è presente anche una sana venatura ambientalista con un discreto spazio concesso ai due coraggiosi delfini che aiutano i sub.
Il genere del terrore in alto mare non smette di attrarre il pubblico come ben testimonia la lunga scia di pellicole sull’argomento in questione (“Shark: il primo squalo”, il notevolissimo “Open water”, “Blu profondo”, “Soul surfer”, e aggiungo anche “All is lost” di Chandor del 2013 in cui non ci sono squali ma l’oceano fa paura lo stesso per la sua potenza), dopotutto lì in mare siamo tutti nudi e indifesi, in balia di una natura che può essere anche matrigna, o semplicemente forza primordiale con le sue leggi. Lo spettatore s’immedesima con la paura (legittima) di chi nuota e lotta per sopravvivere, e questa empatia genera una tensione, un’ansia crescente, il nuotatore arranca, il serfista cade dalla sua tavola, il sub risale lentamente, lo squalo è nell’ombra del blu...
Voto: 6,5

Claudio Bacchi è nato il 04-12-1970 a Foligno (PG) ed ha sempre avuto una grande passione per la scrittura, coltivata come profondo interesse e non come occupazione principale. Laureato in Scienze Politiche, nel corso degli anni ha pubblicato numerose recensioni cinematografiche su vari siti web di settore e collaborato con la rivista "C'Era 2000" per brevi racconti. Nel 2000 pubblica il romanzo giovanilista "Pursauenghi poi bang", con la casa editrice Laurum, e in seguito fa stampare alcune centinaia di copie dell'altro romanzo "Salvala guitar", nel 2017. E' un grande appassionato di cinema, animalista e vegetariano.



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