Tiitolo originale: Jaws
Regia: Steven Spielberg
Cast: Roy Scheider,
Robert Shaw,
Richard Dreyfuss,
Lorraine Gary,
Murray Hamilton,
Carl Gottlieb,
Jeffrey Kramer,
Susan Backlinie,
Jonathan Filley,
Ted Grossman,
Chris Rebello,
Jay Mello,
Lee Fierro,
Jeffrey Voorhees,
Craig Kingsbury,
Robert Nevin,
Peter Benchley
Soggetto: Peter Benchley
Sceneggiatura: Peter Benchley, Carl Gottlieb
Fotografia: Bill Butler
Montaggio: Verna Fields
Effetti speciali: Robert A. Mattey
Musiche: John Williams
Scenografia: Joe Alves
Costumi: Louise Clark, Robert Ellsworth, Irwin Rose
Trucco: Del Armstrong, Jim Gillespie
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1975
Durata: 124 minuti
In una località immaginaria del New England sta per iniziare la stagione estiva e tutti gli stabilimenti balneari si stanno preparando, il turismo estivo è la maggiore fonte di reddito per la comunità locale. A turbare l’atmosfera pre-vacanziera vengono trovati sulla spiaggia i resti di una ragazza scomparsa e dalle prime analisi sembra che il responsabile sia uno squalo. Il capo della Polizia Martin Brody chiede al Sindaco di chiudere tutte le spiagge per precauzione ma questi non ne vuole sapere e per non compromettere la stagione balneare tira dritto escludendo categoricamente la presenza di squali. Nei giorni seguenti avvengono altri ritrovamenti relativi ad attacchi di squali, con diverse vittime, e a questo punto il Sindaco - pressato da Brody e dalla cittadinanza - è costretto ad ammetterne la presenza. Il Capo della Polizia allora, insieme al vecchio cacciatore di squali Quint e al biologo marino Matt, parte con la barca di Quint a caccia del responsabile di tanto terrore, l’irriducibile predatore si dimostrerà però un osso molto duro.
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Lo Squalo è un film del 1975 diretto dall’allora ventottenne Steven Spielberg, già dotato di grande talento, e basato sull’ottima sceneggiatura di Carl Gottlieb e Peter Benchley. La pellicola (insieme ad altre come “Il Laureato”, “Soldato blu”, “Il Maratoneta”, ecc.) costituisce quella filmografia realizzata da registi e sceneggiatori della cosiddetta “New Hollywood”, un altro modo di pensare cinema rispetto all’industria convenzionale e propagandistica del dopoguerra. Ma i meriti dello Squalo non finiscono qui, incalzante grazie al montaggio e all’uso strategico della colonna sonora, a metà tra l’avventura e l’eco-horror, uscito nelle sale fu sorprendente per gli incassi e per il clamore dei media.
Gli squali finti meccanici non funzionavano granché allora Spielberg decise di mostrarlo meno possibile - il pupazzo compare soltanto dopo un’ora - e ogni apparizione è accompagnata dal motivetto minimalista di John Williams, quattro note ossessive diventate un cult nell’immaginario collettivo. Grazie poi all’accorgimento tecnico (geniale!) della soggettiva dello squalo lo spettatore ha la stessa prospettiva del grande predatore, dal basso verso l’alto, col mirino sulle gambe dei natanti. Da allora milioni di bagnanti in mezzo al mare estivo avranno la sottile paura e il macabro dubbio rivolto al blu profondo sotto i piedi, che diventano gelidi per pochi istanti, un brivido...
“Jaws” è il film della vita per il Capo della Polizia Roy Scheider, caratterizzato con la fobia dell’acqua pur essendo il tutore dell’ordine, iconico rappresentante del bene e capo famiglia esemplare (del resto nel ritrarre la media borghesia americana con la propria casetta, come anche in E.T., Spielberg diventa un cineasta portentoso e inarrivabile), troverà spalle estremamente convincenti nel veterano cacciatore Quint/Robert Shaw, scorbutico e inquietante, e nel promettente biologo marino Matt/Richard Dreyfuss, utilizzato da Spielberg anche in “Always”.
“Jaws” è un film che rappresenta l’estate, il consueto bagno dei turisti che sbarcano sulle spiagge, leggero e disimpegnato nei primi dieci minuti preludio al tema portante del pescecane. Protagonista comunque è sempre l’uomo, che sia Martin, Quint o Matt, e non lo squalo cattivo certamente devastante e terribile ma senza rabbia e vendetta (a differenza dell’interessante ”Orca assassina”), animato soltanto con l’inerzia del predatore senza alternative (sarebbe come colpevolizzare un gatto che va a caccia di topi).
Ci saranno 3 sequel e altri film di genere ad esso ispirati (tutti senza Spielberg), ma nessuno si avvicinerà a Jaws, evento e prodotto unico per tanti motivi: il talento della regia, il talento degli attori, l’ottima sceneggiatura, l’aver affrontato per primo un simile argomento.
A distanza di quasi 50 anni ciò che rimane è un modo talentuoso e sublime di fare cinema, una contrapposizione tra vita ordinaria e avversità, tra la routine e improvvise variabili, in cui persone della classe media (tanto amata da Spielberg) si trovano anche solo per un giorno ad affrontare situazioni straordinarie. Dunque rimane il sapore dell’avventura e, come ben esemplificato da Attilio Palmieri nella sua recensione del 1995 su www.spietati.it, “... Il regista infatti costruisce la struttura filmica su una serie di opposizioni quali quella tra terra e acqua, tra luce e buio, tra dentro e fuori, che testimoniano tutte l'opposizione esistente tra l'uomo e quella che per buona parte dell'opera (secondo la felice scelta di non mostrare lo squalo per i primi due terzi del film) è un'ignota, mostruosa alterità.”
Una contrapposizione dunque, ma anche (anzi proprio per questo) una catarsi, una parabola, un cammino, Martin Brody è nervoso per tutto il film, teso e accigliato, prigioniero in parte di limiti e antiche paure, è nel mezzo di un percorso impegnativo che porterà dei cambiamenti.
Voto: 8
Claudio Bacchi è nato il 04-12-1970 a Foligno (PG) ed ha sempre avuto una grande passione per la scrittura, coltivata come profondo interesse e non come occupazione principale. Laureato in Scienze Politiche, nel corso degli anni ha pubblicato numerose recensioni cinematografiche su vari siti web di settore e collaborato con la rivista "C'Era 2000" per brevi racconti. Nel 2000 pubblica il romanzo giovanilista "Pursauenghi poi bang", con la casa editrice Laurum, e in seguito fa stampare alcune centinaia di copie dell'altro romanzo "Salvala guitar", nel 2017. E' un grande appassionato di cinema, animalista e vegetariano.
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