I sussurri del Mazzamurello

Era l'anno 1932 quando il tranquillo borgo abruzzese di Castelvecchio venne avvolto da un'ombra inquietante. In quel luogo remoto, circondato da imponenti montagne e rigogliosi boschi, si celava un'antica presenza: il Mazzamurello. Il Mazzamurello, una creatura appartenente al piccolo popolo, era una delle tante creature fatate che popolavano l'immaginario fiabesco delle tradizioni popolari. Ma a differenza delle fiabe, la sua presenza non portava gioia e felicità. Il Mazzamurello si manifestava nelle case del borgo con i suoi sinistri rumori, producendo colpi contro le mura per annunciare la sua presenza agli abitanti.

Nel cuore di Castelvecchio, in una modesta casa di pietra, viveva una giovane donna di nome Elara. Era conosciuta per la sua bellezza enigmatica e i suoi capelli corvini che scendevano fino alle spalle. Elara aveva sempre sentito parlare delle storie del Mazzamurello, ma non credeva che fossero altro che vecchie leggende. Una notte, mentre Elara si trovava da sola nella sua casa, i rumori insistenti del Mazzamurello risuonarono attraverso le mura. Colpi secchi, gemiti sommessi, sussurri inquietanti: il terrore si insinuò nella sua anima.

Elara cercò di ignorare quei suoni spaventosi, ma il Mazzamurello sembrava determinato a farsi sentire. Con il cuore in gola, Elara decise di affrontare la creatura. Prese una candela e si avventurò nella notte buia, seguendo il richiamo dei rumori che provenivano dalle profondità del bosco. Il cammino era ostico, ma la sua determinazione era più forte della paura che la avvolgeva. Dopo un lungo percorso, Elara raggiunse una radura nascosta, illuminata solo dalla luce tremolante della sua candela. Lì, tra gli alberi maestosi, scorse il Mazzamurello. La creatura, dalla pelle pallida e gli occhi lucenti, sembrava un'ombra vivente. Elara, con voce ferma, chiese al Mazzamurello il motivo dei suoi tormenti. La creatura emise un sussurro incomprensibile, ma Elara riuscì a cogliere la sua sofferenza. Il Mazzamurello era intrappolato tra i confini della realtà e del soprannaturale, condannato a vagare eternamente in cerca di pace. Con un gesto di compassione, Elara tese la mano verso il Mazzamurello. La creatura si avvicinò, quasi riconoscente, e toccò leggermente la mano di Elara. In quel momento, un fremito di terrore attraversò il suo corpo. Il Mazzamurello aveva preso possesso di lei. Da quel giorno, Elara divenne uno strumento del Mazzamurello. I rumori sinistri si intensificarono, e il terrore si diffuse nell'intero borgo di Castelvecchio. Nessuno era al sicuro dalla sua presenza spettrale. Il Mazzamurello aveva ottenuto ciò che voleva: un corpo per manifestarsi nel mondo umano. Il terrore si nutriva dei sussurri e delle grida delle sue vittime, mentre Elara, intrappolata nella sua stessa carne, assisteva impotente a ciò che stava accadendo. La notte in cui il Mazzamurello raggiunse il suo apice di orrore, il borgo di Castelvecchio fu avvolto da urla disperate e da un'oscurità impenetrabile. Il terrore si diffuse come un veleno, consumando ogni anima che osava incrociare il suo cammino.
E così, il Mazzamurello trovò la sua eterna dimora nel borgo di Castelvecchio, continuando a manifestarsi attraverso i rumori sinistri che facevano tremare le mura delle case. Nessuno avrebbe più osato sfidare la sua presenza, e il terrore avrebbe regnato sovrano per sempre.

Sandro Soldi