Venus

Resuscitaaa... Maletitaaa... Portami con te...Vieni da me... Resuscitaaa... Maletitaaa... Portami con te...Vieni da me... Così recita il ritornello di una mia canzone che ho fatto comporre a San Fabio, il produttore trash dei Lupi Negvi.
Ma non tutti sanno che dietro questo divertente motivetto si nasconde qualcosa di magico e paranormale; la prova lampante è data da una grande statua raffigurante uno scheletro che compare molto spesso nei miei video di YouTube, specialmente quelli che introducono le mie esplorazioni urbane.
Probabilmente vi starete chiedendo da dove proviene e per quale oscura ragione sia finita in un'inquietante casa di campagna situata a pochi chilometri da Modena.
Vi posso solo dire che questa enorme cascina, ormai abbandonata da anni e semi distrutta da un recente sisma, durante la Seconda Guerra Mondiale era un comando nazista.
Molti anni dopo diventò invece proprietà di Primo Stermieri, un losco personaggio tristemente conosciuto come Mago Venus.
Egli era solito truffare e raggirare donne vulnerabili, alle quali rifilava, naturalmente in cambio di denaro, intrugli contenenti sostante stupefacenti e altri ingredienti di dubbia provenienza.
Ma non è tutto: al fine di potenziare l'efficacia dei suoi riti magici, le convinceva ad avere rapporti sessuali con lui.
Fortunatamente le Forze dell'Ordine misero un freno a tutti questi abusi e assicurarono alla giustizia questo abominevole individuo, al quale, per vendetta, fu successivamente bruciata una casa da parte di alcune persone raggirate.
Tornando alla statua dello scheletro, che ho chiamato appunto Venus, mi ha sempre affascinata fin dalla prima foto che ho visto.
Non chiedetemi perché, ma ho sempre avuto il forte impulso di portarlo via da quella casa e di salvarlo.
Così cominciai ad informarmi e appena ottenni le coordinate di quel luogo mi ci recai.
Quel sabato pomeriggio, quando me lo trovai davanti, caddi letteralmente in trance e cominciai a parlargli come se fosse una persona in carne ed ossa.
Gli presi le mani e gli dissi: "Tesoro, stai tranquillo, verrò presto a prenderti e ti porterò via da qui".

Tornata a casa, la voglia di prelevarlo da quel postaccio era divenuta ormai un'ossessione sempre più grande, mentre il mio istinto urlava nella mia mente:" Portalo con te e ti darà visibilità".
Il giorno dopo convinsi una persona ad accompagnarmi per prenderlo; ricordo che abbiamo trascorso quasi tre ore in auto a velocità ben sostenuta per raggiungerlo quanto prima.
Era una buia domenica di ottobre e lui era dietro la grata della finestra con il viso ossuto rivolto verso di me, come se volesse dirmi:" Ti stavo aspettando, sapevo che saresti venuta a prendermi".
Ho vissuto attimi di tensione nell'infilarlo all'interno dell'abitacolo, in quanto avevo paura di romperlo, ma per fortuna è andato tutto per il meglio e sono riuscita a farlo entrare senza intoppi.
Man mano che la macchina del mio amico si allontanava da quel luogo, una sensazione di sollievo mista a soddisfazione si espanse in ogni cellula del mio corpo.
Una volta giunti a casa mia, ironia della sorte, poco prima del suo ingresso gli cadde il lembo del drappo in seta nero che lo avvolgeva, come se volesse vedere la sua nuova dimora.
Da quando lui vive con me ci sono stati cambiamenti più che positivi, in primis il trasferimento in un appartamento più grande, dove ha un angolo tutto suo.

Nonostante fosse finalmente salvo da mani malintenzionate, non ho mai smesso di chiedermi da dove venisse, così, mese dopo mese, ho continuato a fare ricerche.
La mia costanza è stata finalmente ripagata qualche settimana fa: dopo qualche ricerca tramite hashtag su Instagram, mi è comparsa una sua vecchia fotografia che lo ritraeva in un luna park, proprio davanti a quelle case del terrore.
Senza perdere tempo ho contattato la ragazza che l'aveva pubblicata, la quale mi ha gentilmente risposto che quelle giostre erano state allestite a Grosseto.
Insomma il mio bello scheletro ne ha fatta di strada!
Ora manca un altro importante pezzo del puzzle, ovvero come sia finito in quella casa di campagna dell'Emilia Romagna, sulla cui facciata è presente un insolito decoro raffigurante due amanti intenti a fare sesso più la scritta: "L'amore non è peccato".
Sarà forse stato scaricato perché diventato un ingombrante fardello fuori moda oppure acquistato dal sedicente mago per intimorire le clienti e piegarle più facilmente ai suoi voleri? Chissà se lo scoprirò, intanto godetevi il video urbex più la canzone a lui dedicata (e anche durante le riprese è successo qualcosa di anomalo che se vorrete vi racconterò).

La Maletita Feliz



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