La pianta carnivora

Ho sempre amato le piante, in particolare quelle carnivore, e gli amici, per sfottermi, mi soprannominarono Linneo, come il grande botanico svedese.
Al ritorno da un lungo viaggio, per arricchire di un nuovo esemplare la mia collezione, portai con me i semi di una pianta sconosciuta. Lo strano uomo da cui li acquistai, mi rivelò che, se fossi riuscito a interagire con essa, avrei avuto accesso a piaceri proibiti.
Incuriosito, li interrai in un angolo appartato della serra e mi dedicai ad osservarne la crescita con grande attenzione.

Una notte, quando era ormai adulta e rigogliosa, mentre la luna piena filtrava attraverso le vetrate, ebbi l’impressione che volesse sedurmi.
In preda all’eccitazione, mi masturbai ed eiaculai il mio seme nella sua infiorescenza scarlatta, che, come un’enorme bocca vogliosa, lo ingoiò avidamente.

Incapace di resistere al suo fascino ambiguo, la sfiorai, ma si avventò su di me, squarciando con le sue foglie acuminate ogni centimetro della mia pelle.
Avvolto senza scampo in quell’abbraccio mortale e consapevole di aver oltrepassato ogni umano limite, mi abbandonai a una voluttuosa estasi erotica, che culminò in un ultimo, intensissimo orgasmo.

Mentre il mostro arboreo mi avviluppava coi suoi steli tentacolari e l’infiorescenza vermiglia con un morso crudele riduceva il mio membro in un misero moncone insanguinato, dentro di me, il godimento e il terrore si confusero e il confine tra la vita e la morte si dissolse.

Prima di esalare l’ultimo respiro, scorsi la diabolica pianta, rinvigorita dai miei preziosi fluidi vitali, attendere un’altra vittima, pronta a ripetere il suo rituale di seduzione e di morte.

Sara Boldetti