I
primi anni del '900, attraversati dalla sperimentazione in tutti i campi
dell'arte, portano con sé molte opere cinematografiche considerate pietre
miliari dell’horror. Furono soprattutto i registi tedeschi a distinguersi,
tra il 1910 e il 1920, producendo pellicole d'ispirazione per l'Hollywood
che sarebbe esplosa in tutto il suo fulgore di lì a poco. Tra questi film
è bene ricordare “Il golem” di Paul Wegener del 1915 e “Nosferatu, il
vampiro” di Murnau (1922), adattamento non autorizzato del romanzo di Bram
Stoker. Ma il più importante è senza dubbio “Das Cabinet des Dr. Caligari”
(Il gabinetto del dottor Caligari) del 1920, film muto della durata di 71
minuti, diretto da Robert Wiene. Simbolo del cinema espressionista, tratta
il tema del doppio (già caro a Poe, Wilde, Jung) e della difficoltà di
discernere tra allucinazione e realtà.
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Un film farneticante che turba lo spettatore attraverso una serie d’inquadrature non convenzionali, enfatizzate da una scenografia claustrofobica e acuminata: ombre sempre incombenti, vie serpeggianti che sfociano in vicoli ciechi dai quali è impossibile fuggire. Il mondo in cui si viene catapultati è quello degli abissi della mente malata del protagonista, un mondo che lascerà nello spettatore un senso di profondo straniamento (Eleonora Della Gatta: 5 luglio 2011)
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