Cam

Regista: Daniel Goldhaber
Cast: Madeline Brewer, Patch Darragh, Melora Walters, Devin Druid
Sceneggiatura: Isa Mazzei
Produzione: USA
Durata: 94 minuti
Anno: 2018

Trama

Una cam-girl scopre che, nel portale dove si esibisce, esiste una ragazza identica a lei che sta rapidamente prendendo possesso della sua vita.

Recensione

Tra spogliarelliste, soft-porn e voyeurismo, certo che Cam ne aveva di possibilità per sfoggiare tutta la volgarità possibile, dirige per di più un maschio, Daniel Goldhaber, e invece la carta migliore che gioca questo curioso tecnohorror, ancora prima della squisita intromissione soprannaturale nella vita di Alice, è proprio la sensibilità nel disegnare una protagonista senza che il (poco) abbigliamento esibito la trasformi in misero utensile masturbatorio.

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Un film su una donna oggetto che quindi predilige la sua femminilità mettendo in secondo piano tutto l’aspetto ludico-sessuale, limitandosi a far percepire saggiamente le derive mercificanti del mestiere senza che queste soffochino la personalità di Alice, orgogliosa cam-girl all’apice della carriera.

Merito va alla sceneggiatura di Isa Mazzei, sicura nel bilanciare atteggiamenti e conflitti con dialoghi di piacevole concretezza: delicati gli scambi col fratello con cui Alice condivide affettuosamente il segreto, potente lo scontro con la madre ignara di tutto, bellissimi i battibecchi con le colleghe-rivali. Con tanta bontà psicologica, forse viene a mancare un’altrettanta lucidità nell’espressione dell’entità demonica/cibernetica, sono infatti un po’ fumose le sue meccaniche e i metodi per sconfiggerla, ma bisogna dire che la mitologia che la sorregge è davvero interessante, oltre che inscenata con alcune succose trovate visive.

La creatura preferisce rimanere in difesa e sembra estranea a qualsiasi tipo di attacco, la sua psicologia aliena gioca scorrettamente stuzzicando rabbia, frustrazione e inevitabile follia, e viaggia una spanna sopra alla mediocrità che infesta questo tipo di produzioni. Siamo dalle parti di un Ring meno sulfureo o di un Black Mirror più sanguinoso, il bilanciamento tra orrore e tecnologia è assai goloso e regala anche un’inaspettata e assai efferata final battle che sarà difficile dimenticare.
Voto: 7,5
(Simone Corà)



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