Alzi la mano chi di voi non ha mai cercato di mettersi nei suoi attillatissimi
panni almeno un Halloween della sua vita, e chi tra i maschietti non l’ha mai
sognata anche solo una notte. Mi i riferisco a Vampira, che in una breve ma
intensa stagione televisiva è riuscita a diventare un’icona horror che non
accenna a essere dimenticata.
Di recente W. Scott Poole, un sociologo statunitense esperto in cultura popolare
e ancora di più in mostri e orrore, ha pubblicato un saggio dal titolo Vampira:
Dark Goddess of Horror, che aspira ad essere qualcosa di più rispetto ad una
semplice biografia. Infatti l’autore, partendo dalla nostra Vampira, cerca di
scavare a fondo nel substrato culturale dell’America degli anni ’50, facendo
delle scoperte sorprendenti.
Ma chi è veramente Vampira? Siamo nel 1954. Inquadratura fissa su un corridoio
buio, pieno di fumo, dal quale lentamente emerge una figura tanto inquietante
quanto sensuale, con quel suo vitino da vespa di appena 43 cm di circonferenza,
che si ferma davanti alla telecamera lanciando un urlo lancinante. “Urlare mi
rilassa proprio”, e noi non possiamo che essere d’accordo con lei.
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Vampira, il cui vero nome è Maila Nurmi, muove i suoi primi passi nell’America
postbellica dell’ottimismo ma anche della repressione, mascherata da sorrisi e
matrimoni di convenienza. Maila ha iniziato a distinguersi come biondissima pin
up, fino a quando non ha intuito che il suo lato predominante non era quello
solare e splendente delle ragazze in bikini, ma quello controcorrente e dark
delle ballerine di burlesque, a cui si unirà nello spettacolo “Spook Scandals”,
a New York: il suo pezzo forte prevedeva l’uscita da una bara e un urlo
agghiacciante, il suo marchio di fabbrica.
Dopo alterne fortune nel mondo dello spettacolo, la sua occasione arriverà nel
1953, più precisamente al ballo di Halloween organizzato dal famoso coreografo
Lester Horton nella sua villa hollywoodiana. Maila vince il primo premio per il
miglior costume presentandosi per la prima volta come Vampira, con lunghi
capelli neri, come il vestito, unghie laccate dalla lunghezza spropositata, e
trucco cadaverico. Ed è proprio in questa occasione che viene notata da Hunt
Stromberg Jr, produttore dell’emittente televisiva KABC TV, alla ricerca di idee
per un nuovo programma in seconda serata a base di film horror e
fantascientifici dalla serie B in giù, ma che avrebbe riscosso un successo
incredibile grazie alla sua nuova presentatrice: il 30 aprile del 1954 va in
onda la prima puntata di The Vampira Show, che lancerà Maila Nurmi nell’Olimpo
delle star di Hollywood.
Ma di lì a breve, le cose cambieranno, e in peggio. Senza un motivo apparente la KABC TV cancella The Vampira Show, e alcune malelingue collegheranno la morte
improvvisa di James Dean all’amicizia che lo legava a Vampira. Anche il
matrimonio di Maila naufragherà in poco tempo, non solo riducendola al lastrico,
ma vanificando anche la campagna di pubbliche relazioni della KABC che voleva
dipingere Vampira come una normale casalinga anni ’50 con il vizietto innocente
del trucco pesante e dell’horror.
Vampira avrà un ultimo bagliore di notorietà grazie al film cult di Ed Wood Plan
9 from Outer Space, che all’epoca è stato massacrato dalla critica, ma che per
merito di Tim Burton ha attirato nuovi fan e cultori del genere parecchi anni
più tardi. Negli anni ’80, inoltre, è diventata “madrina” del gruppo horror punk
The Misfits, che le dedicheranno una canzone (intitolata... Vampira).
Come molte star dimenticate del passato, è scomparsa in solitudine nel 2008. Ma
il suo viso e la sua silhouette impossibile la fanno ancora da padrone in tutte
le convention horror, così come in parecchi programmi televisivi e pellicole
cinematografiche. Il suo urlo liberatorio continuerà ad echeggiare ancora a
lungo. (Chiara Borloni)
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