Ciao
a tutte (e a tutti) dalla vostra Rayne! Sarò
chiara e diretta: donne, non aspettatevi gli auguri da me. Sì, perché se c'è una festa che davvero non sopporto non è San
Valentino, con il suo consumismo e le sdolcinatezze, o Natale, con la
sua ipocrisia, ma è proprio l'8 marzo, la “festa” della donna.
Tranquille, non ho intenzione di parlare del fatto che le donne
andrebbero festeggiate ogni giorno, e non solo una volta all'anno, anche
perché il mio parere su questa affermazione è piuttosto caustico... E
non parlerò nemmeno del tremendo olezzo che emanano quelle palline
gialle che la gente si ostina a chiamare “fiori”, e che magari a
qualcuna di voi piacciono da morire.
Quello di cui voglio parlare è qualcosa che spero la maggior parte di
voi conosca già, e cioè le origini di questa ricorrenza, che oggi si
festeggia allegramente ma che in realtà ha un oscuro passato.
IL CANTO DI VETRO
Arizona. Un uomo si fa esplodere all'interno del centro di ricerca aerospaziale St. Lucy.
Palermo. Nell'ambiente della criminalità serpeggia il misterioso “Canto di Vetro”: è il nome di una nuova droga o il folle messaggio cifrato dei terroristi?
Un poliziotto dell'antiterrorismo indaga e scopre quanto è spaventosa la verità che collega questi due eventi. Il raffinato horror
di Francesco Corigliano è disponibile in ebook e cartaceo illustrato
Questa ricorrenza ebbe origine da una serie di eventi drammatici
avvenuti tra la metà del 1800 e gli inizi del '900, il più eclatante dei
quali fu sicuramente lo sciopero di un gruppo di donne che lavoravano
come operaie in una fabbrica tessile di New York, indetto a causa delle
condizioni in cui erano costrette a lavorare. La protesta proseguì per
diverse giornate, quindi i proprietari dell'azienda decisero di bloccare
le uscite della fabbrica, per impedire alle operaie di manifestare e
costringerle a lavorare. Si sviluppò un incendio, che uccise 140
donne.
Questo avveniva nel 1911, e segnò una tappa tristemente importante per
l'emancipazione femminile (ma non solo), un momento in cui il mondo si
rese conto delle condizioni in cui molte persone erano obbligate a
vivere e lavorare, ma fu solo nel 1977 che l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite adottò la risoluzione che sanciva l'8 marzo come Festa
Internazionale della Donna.
Non è mia intenzione parlare di politica, ma viste le recenti
manifestazioni per la difesa della dignità femminile mi sembra doveroso
ribadire un concetto apparentemente molto semplice: è vergognoso che nel
2011, in un paese (forse solo superficialmente) civilizzato come il
nostro, dopo più di un secolo di lotta, le donne debbano scendere in
piazza e protestare ancora per ottenere quello che è uno dei diritti
basilari di ogni essere umano, cioè il rispetto.
Personalmente, non amo questa ricorrenza perché non sento di voler
festeggiare nel senso proprio del termine un episodio così tragico,
anche se è ovvio che sia stato importante nel difficile percorso di
conquista dei diritti delle donne. Meglio sarebbe, secondo me, dedicare
questa giornata alla memoria di chi ha combattuto perché questo fosse
possibile, invece di ridursi alle “uscite sole donne” o a riempire
qualunque essere umano di sesso femminile di pestilenziali mazzolini
gialli.
Voi che cosa ne pensate? Festeggiate l'8 marzo uscendo con le amiche
oppure siete allergiche alle mimose?
Un saluto dalla vostra Signora delle Mosche, alla prossima! (Rayne)
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