Lo Shirley Jackson Award come horror-cartina di tornasole?

Nel mese di aprile sono state rese note le candidature per l'annuale Shirley Jackson Award e, nonostante non si debbano prendere questo e altri premi (come per esempio il Bram Stoker) quali infallibili oracoli, è comunque assai utile dare uno sguardo ai nomi coinvolti per cercare di capire cosa accade di anno in anno all'interno di un certo tipo di narrativa. Questo non tanto per quanto riguarda i nomi dei vincitori bensì per quel che concerne l'intero insieme delle nomination, che offrono uno spettro più ampio e soddisfacente delle migliori uscite.
Lo Shirley Jackson Award tende ad avere un respiro più ampio, uno sguardo più generico rispetto al Bram Stoker e anche solo limitando, per questioni spaziotemporali, la nostra curiosità alla categoria riguardante i romanzi sono sicuro che troveremo parecchi spunti interessanti.

 

Prima di andare avanti voglio ricordare che il premio si prefigge, appunto, di identificare di volta in volta nomi e titoli degni di nota, come recita il programma, “for outstanding achievement in the literature of psychological suspense, horror, and the dark fantastic“.
Per quanto riguarda il 2009 che verrà appunto premiato fra poco, gli autori e i titoli scelti sono:
* Big Machine, Victor LaValle (Speigel & Grau)
* Last Days, Brian Evenson (Underland Press)
* The Little Stranger, Sarah Waters (Riverhead)
* The Owl Killers, Karen Maitland (Delacorte Press)
* The Red Tree, Caitlin R. Kiernan (Roc)
* White is for Witching, Helen Oyeyemi (Nan A. Talese)
Ora, cercando di essere breve, vedrò di spendere qualche parole riguardo i sei nomi in concorso.

 

Victor LaValle è un newyorchese trentottenne a suo agio sia con la narrativa che con la saggistica. Ha pubblicato due romanzi e una raccolta di racconti sfiorando la vittoria al prestigiosissimo PEN/Faulkner e, oltre a pubblicare abitualmente s testate prestigiose come il Washington Post è anche professore universitario.
Il suo The Big Machine, come tutto il resto della sua produzione, è difficilmente inquadrabile in qualche genere e questa volta LaValle mette in piedi una complessa storia riguardante un ex tossico, sopravvissuto a un culto suicida, che riceve una lettera misteriosa.
Tale missiva lo convoca presso un luogo nel quale verrà a contatto con una associazione segreta che investiga scrupolosamente ogni evento soprannaturale in cerca di segni e indicazioni.
Il protagonista verrà quindi mandato da tale organizzazione sulle tracce di un fuoriuscito che intende formare gruppi di terroristi.
Su tutto l'ombra di antiche leggende dei nativi americani e anche la presenza di alcune misteriose creature conosciute come Devils of the Marsh.

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Nonostante l'uso del sopranaturale, mischiato a buone dosi dello humour più nero, The Big Machine rimane, a detta di molti, un romanzo incentrato su come e quanto la religione possa produrre mostri ben più terribili e temibili della fantasia di qualsiasi scrittore o regista.

 

Brian Evenson invece è un quarantatreenne nativo dello Iowa che, pur ricoprendo vari incarichi in molte prestigiose università e riviste, è tuttora famoso per aver abbandonato la Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni (e anche un incarico presso un'università) in seguito alle controversie scaturite dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, Altmann's Tongue.

Tali esperienze di vita si riflettono inevitabilmente sulla sua produzione artistica e Last Days ha come protagonista un detective privato che dovrà indagare su una setta religiosa di fondamentalisti che praticano l'automutilazione. come è facile indovinare, durante l'indagine l'investigatore scoprirà una fitta ragnatela di intrighi che porteranno a terribili rivelazioni.

 

Passiamo ora a Sarah Waters, anche lei 43 anni ma gallese purosangue e nota per alcuni suo romanzi ambientati in una società di stampo Vittoriano nonché per il forte rilievo dato, di solito, a tematiche lesbiche.
Il tutto viene tralasciato in questo suo The Little Stranger, ambientato nel secondo dopoguerra.
Un dottore viene chiamato in una splendida ma decadente magione di una zona rurale del Warwickshire, di proprietà della stessa famiglia da più di 200 anni, salvo scoprire che per gli Ayres la salute e la decadenza sociale ed economica potrebbero essere problemi di poco conto rispetto a una possibile infestazione fantasmatica...

 

Tocca quindi a Karen Maitland, 53 anni e giramondo (Malta, Nigeria, zone artiche...) che ha svolto parecchi lavori prima di approdare alla scrittura e che ora è in lizza con The Owl Killers, un romanzo pubblicato anche da noi con il titolo I Maestri Oscuri, fosca vicenda ambientata nell'Inghilterra del 1321 che qualcuno di voi avrà già letto.
Peste, streghe, reliquie, sette, sacrifici ad antiche divinità: pare esserci all'opera tutto l'armamentario tipico di alcune storie ambientate in quell'epoca.

 

Tempo di arrivare alle ultime due concorrenti e incontriamo Caitlin R. Kiernan, una irlandese di 46 anni che però ha passato buona parte della sua vita in USA, già tradotta anche dalle nostre parti, esperta paleontologa e in grado di scrivere, oltre a romanzi, anche fumetti (la sandmaniana-gaimaniana The Dreaming, Vertigo/DC Comics).
La Kiernan oltre che lesbica si dichiara anche wiccan e poco sopporta la catalogazione all’interno del “genere” horror, sebbene The Red Tree sembri collocarsi comodamente all’interno di questo tipo di narrativa.

 

Nel romanzo una scrittrice, Sarah Crowe, si trasferisce in una casa isolata per cercare ispirazione per le sue prossime opere ma finisce con il tenere un diario nel quale i suoi incubi si mischiano con gli eventi quotidiani.
In seguito a uno scavo nella cantina, Sarah troverà dei documenti lasciati dal precedente proprietario, documenti che indagano su certi atroci fatti della storia locale.
Tutto sembra legato a una imponente quercia rossa che pare avere una straordinaria influenza sull’intera area.

 

E tocca infine a Helen Oyeyemi, una giovane (26 anni) nigeriana che, trasferitasi in tenera età a Londra, è diventata assai nota presso critica e pubblico con il suo primo romanzo, The Icarus Girl, scritto quando ancora andava a scuola.

 

White is for witching è scritto usando ben quattro narratori (di cui uno non propriamente umano) e riguarda la giovane Miranda, sofferente di un disordine alimentare che la spinge a cibarsi di oggetti non commestibili, suo padre e suo fratello, tutti e tre alle prese con l’elaborazione del lutto per la perdita della loro madre/moglie in una casa che potrebbe ospitare, o addirittura essere, una entità maligna.

 

Finita la nostra parata assai sbrigativa, possiamo comunque ricavare alcune indicazioni generali in grado di stimolare più di una riflessione.
Le donne dominano chiaramente per numero questo gruppo di nomination, con un quasi il 67%, e, dato ancora più importante, di questo 67% la metà è lesbica dichiarata e spesso discute, in modo anche fortemente politicizzato, di questa condizione: inoltre problematiche relative a sesso, religione e razza sono presenti in quasi tutto il gruppo di questi scrittori.
Appare assai più variegata la provenienza dei vari scrittori, sebbene si rimanga sempre e comunque a giocarsela fra Regno Unito e Stati Uniti d’America.
L’età media è di 41 anni circa, sebbene la presenza della Oyeyemi sbilanci leggermente verso il basso i calcoli.

 

E le tematiche?
Beh, pare che la religione, declinata in vari modi e toni, giochi un ruolo molto importante, presente com’è in più della metà dei romanzi in concorso.
Spazio anche per il classico archetipo del fantasma e della casa/luogo stregato mentre sorprende in positivo la totale assenza della figura del vampiro.
Assenti anche zombie e derive lovecraftiane, scenari post apocalittici, pandemie et similia per un gruppo di sei romanzi che, anche in virtù di queste assenze, mi pare essere interessante e rilevante come fenomeno di controtendenza rispetto a certe facili derive presenti sul mercato.
Per ora direi di chiudere la veloce panoramica, riservandomi di tornare sull’argomento se e quando altri titoli di questo gruppo (oltre a quello della Maitland) verranno tradotti in Italia e quindi letti da molti fra voi scheletrini... (Elvezio Sciallis)

Elvezio Sciallis: Non vi deve interessare chi sono. Leggete quanto scrivo e discutete di quello: chi sono non è importante, sono solo (cambia una consonante) una persona qualunque, appassionata di cinema e letteratura, specie quel cinema e quella letteratura che giocano e dialogano con il Perturbante. Ho all'attivo alcune pubblicazioni in antologie collettive e personali. Ho collaborato con diverse riviste cartacee e online. Traduco dall'inglese all'italiano videogiochi e testi per alcune società estere.



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