Sarà colpa dell'estate
se ogni anno, puntualmente, mi ritorna la voglia
irresistibile di rileggere i capolavori di Lovecraft ad ambientazione
"marittima" o quelli che, in qualche modo, hanno a che fare con il mare. Gli
oceani oltre ad occupare gran parte della superficie terrestre si
sviluppano anche in altezza con una profondità media di 4 chilometri,
facendo due conti risulta quindi un volume talmente immenso da ospitare
miliardi di creature molte delle quali ancora sconosciute all'uomo, non per
niente la biomassa marina occupa il 90% di quella totale. Detto questo è
facile immaginare quanto gli abissi oceanici abbiano affascinato e
suggestionato il grande Lovecraft. Sfido chiunque a non provare un minimo
di inquietudine nuotando su una colonna d'acqua profonda diversi
chilometri, chi o cosa si muove in quel baratro blu scuro?
INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN
Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.
Laggiù potrebbe esserci il tentacoluto Cthulhu mentre attende sognando. Ma il Solitario di Providence ci insegna anche che nemmeno sulla terraferma si è al sicuro soprattutto se vivete in un'amena località di mare chiamata Innsmouth (Alessandro: 21 giugno 2011)
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