300 Parole 2025: scadenza 31 ottobre

Il volo notturno

The Night Flier, pubblicata nel 1988, è una delle novelle a mio avviso più inquietanti di Stephen King. Un racconto denso, claustrofobico, che si muove tra l’horror soprannaturale e l’orrore più squisitamente umano. La trama è semplice: un giornalista cinico e spietato, Richard Dees, insegue le tracce di un assassino misterioso che vola da un aeroporto all’altro a bordo di un Cessna Skymaster nero, lasciandosi dietro una scia di sangue. Dees sospetta che si tratti di un vampiro. Ciò che davvero lo interessa, tuttavia, non è la verità ma lo scoop.

Il vampiro è sfuggente, sempre un passo avanti, tanto letale quanto silenzioso. Ma King, da maestro della sfumatura qual è, non si accontenta della figura archetipica del mostro. All’interno del velivolo dell’assassino, tra fotografie sbiadite di un matrimonio, vestiti piegati con cura e oggetti dall’apparente normalità, si intravede una vita precedente. C’è stato un prima. Forse c’è ancora qualcosa di umano, soffocato da un destino o da una maledizione che non viene mai spiegata. È proprio questa ambiguità — l’idea che l’orrore possa avere avuto un passato ordinario, magari doloroso — a rendere il racconto disturbante.

L’orrore è mostruoso, ma anche familiare. E, quindi, più pericoloso.
La vera anima del racconto, però, non è la creatura che vola di notte, bensì il giornalista che la insegue. Richard Dees non è un eroe, non è nemmeno un investigatore coraggioso: è un uomo che ha fatto del cinismo il proprio mestiere. Il suo motto è chiaro: “Mai scrivere delle cose in cui credi. Mai credere alle cose che scrivi.” Non cerca giustizia, né verità. Cerca solo una storia abbastanza sensazionale da finire in prima pagina. Il vampiro, in fondo, è il suo specchio: entrambi si nutrono della morte, entrambi attraversano la notte per lasciare dietro di sé solo silenzio e sangue.

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INCUBO POST-APOCALITTICO DI TIM CURRAN

Dopo l’olocausto nucleare, un gruppo di sopravvissuti si rifugia nel bunker progettato da Lilian, un nascondiglio sicuro fatto di acciaio e piombo... o così sembra. Con un ritmo incalzante e un’atmosfera claustrofobica, Aftermath incalza tra spettri di follia e oscuri desideri, trascinando il lettore in un’odissea dove la più grande minaccia non è la radioattività… ma il male che si cela nell’animo umano. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi illustrati.

Nel corso del racconto, Dees viene affiancato da un giovane collega, più idealista, ancora convinto che il giornalismo possa essere una forma di ricerca della verità. Il loro confronto è il cuore nascosto della storia. Non c’è una lezione esplicita, ma si intuisce che qualcosa è destinato a cambiare. O a perdersi per sempre.
L’orrore non sta solo nel volo del vampiro, ma nel contagio morale tra i due protagonisti che finiscono alla fine per assomigliarsi.

Nel 1997, dal racconto è stato tratto anche un film omonimo diretto da Mark Pavia, con Miguel Ferrer nel ruolo di Richard Dees. Pur non avendo ottenuto grande successo al botteghino, la pellicola ha saputo cogliere lo spirito torbido e ambiguo della novella, accentuando l’elemento visivo dell’orrore e approfondendo ulteriormente la discesa del protagonista nell’oscurità morale. Un adattamento minore nel panorama delle trasposizioni kinghiane, ma capace di lasciare un’impronta assai cupa.

The Night Flier è un racconto breve, ma lascia dietro di sé una lunga scia di domande. Chi è davvero il mostro? Chi uccide col morso o chi guarda la morte da dietro un obiettivo, indifferente all’orrore? Stephen King non punta il dito, ma accende una luce sul lato oscuro di chi racconta le storie. Anche quando si convince di essere solo un testimone.
(Oreste Patrone: 19 agosto 2025)



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