di Thomas Ligotti - pagine 281 - euro 19,00 - Il Saggiatore
Teatro grottesco è una raccolta di racconti che contiene, con dosaggi mirati, una fra le più rappresentative trasposizioni del genere weird nella realtà contemporanea.
L’opera si costruisce su vicende che, come i sogni, non possiedono un inizio ben delineato ma sembrano già in moto: i protagonisti, la maggior parte delle volte identificabili in personaggi “filosoficamente dispersi” dentro la loro anima e fuori dalla loro anima, vagano come marionette collegate a fili arrugginiti in contesti sociali, grotteschi e decadenti, alla ricerca di scopi che, spesso, sfuggono alla loro parca ragione.
Nelle trame raccontate, i teatri urbani che visitano i personaggi rappresentano luoghi privi di significato, “idioti” come la stessa esistenza umana: è l’assoluta insensatezza di ogni cosa a dominare gli ingranaggi guasti della vita.
IL CANTO DI VETRO
Arizona. Un uomo si fa esplodere all'interno del centro di ricerca aerospaziale St. Lucy.
Palermo. Nell'ambiente della criminalità serpeggia il misterioso “Canto di Vetro”: è il nome di una nuova droga o il folle messaggio cifrato dei terroristi?
Un poliziotto dell'antiterrorismo indaga e scopre quanto è spaventosa la verità che collega questi due eventi. Il raffinato horror
di Francesco Corigliano è disponibile in ebook e cartaceo illustrato
Come per gli inizi delle storie anche i finali lasciano perplesso il lettore, abbandonandolo a un cumulo di polvere fatta di interrogativi nichilisti e di risvolti pessimistici.
Ciò che rende la lettura ancora più originale è la destabilizzante semplicità di scrittura che, nella sua linearità, adopera un linguaggio semplice e a volte perfino ripetitivo, riuscendo comunque a creare nel lettore tutte quelle sensazioni proprie del genere weird.
Voto: 9
Incipit
«Nazioni, divinità» disse mio padre da un profondo pozzo di depressione. «Ostacoli alla concezione pura.»
«Sì, ma qual è il terzo principio?»
«Il terzo principio?» disse mia madre, soffiando verso di me una nuvola di fumo di sigaretta. «Ma sono le famiglie, tesoro mio.»
Antonio Pilato (Ravenna, 11 Marzo 1990) è uno psicopedagogista e uno scrittore italiano.
Fin da bambino si appassiona alla letteratura dell’orrore, leggendo in casa e a scuola i romanzi brevi della serie Piccoli brividi di R. L. Stine.
Terminati gli studi liceali, s’iscrive all’Università di Bologna, laureandosi in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali nel 2013, e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi nel 2015. Nel frattempo, inizia a conoscere più da vicino la prosa di S. King, leggendo diversi romanzi e alcune raccolte di racconti.
Dal 2016 la sua visione della letteratura si allarga ad altri autori, primi fra tutti H. P. Lovecraft e T. Ligotti, i quali influenzeranno non poco i suoi pensieri e il suo immaginario, portandolo a laurearsi una terza volta nel 2018, questa volta in Pedagogia, e a dedicare la sua tesi di laurea proprio al tema dell’infanzia insita nei contesti della letteratura dell’orrore.
Dal 2018 inizia a scrivere, preso da una forte ispirazione innata e arcana, una serie di racconti di genere weird che traggono ispirazione, oltre che dai suddetti scrittori, anche dalla penna di molti altri autori, come E. A. Poe, A. Christie, C. A. Smith, R. W. Chambers, E. S. Gardner e H. Murakami.
Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di racconti, intitolata “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”.
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