Eterno autunno - Dodici incubi di carta

di Luca Angelo Spallone - pagine 410 - euro 18,00 - Robin Edizioni

Eterno autunno è un corposo volume edito da Robin Edizioni che già dalla copertina desta una certa curiosità: copertina completamente bianca con una macchia, dalla forma che sembra essere vicina a quella di un ciottolo scuro ben levigato, al cui interno si vede una ragnatela piena di ragni. Cosa c’entrano i ragni con l’eterno autunno?

La spiegazione bene o male viene presto data leggendo sul retro la sinossi, riportata qui in fondo, dove viene esplicato che Eterno Autunno è in realtà una raccolta di dodici racconti e porta il nome dell’ultimo racconto, il più corposo fra tutti, lungo quasi quanto gli altri undici racconti messi insieme. E i ragni? La risposta giunge con l’indice, dove si possono leggere i titoli di tutti gli scritti all’interno: Il ragno, Il tuo nome, Sale, Gran caffè Nostradamus, Rosso sangue, La cicatrice, I vermi, L’urlo muto, L’erba delle sirene, L’orlo della follia, Tomba di ghiaccio, Eterno Autunno.

Come si può facilmente notare, i titoli sono diretti, non sono affatto evocativi e non sviano l’attenzione con perifrasi altisonanti, ricordando in questo caso un po’ i vecchi racconti che solitamente si potevano leggere nelle raccolte Urania, e come queste raccolte appartenenti a qualche decennio fa, con grande stupore si riscopre una prosa lineare, scorrevole, ben ritmata e con un lessico che si dimostra all’altezza del lettore medio, senza né cadere in scontatezze e bassezze, ma senza neanche risultare eccessivamente altisonante a un lettore meno pratico.

Questa raccolta ha un grande punto di forza assolutamente da rimarcare: spesso è difficile ricordare i singoli racconti appartenenti a un’antologia, è già una gran fortuna se si è in grado, nel mare delle numerose letture che il mondo offre oggigiorno, di ricordare anche una sola delle tante letture, invece Eterno Autunno ha la peculiarità che i racconti rimangono sotto pelle, dimostrazione che sono stati ben congegnati e lasciano emozioni forti, stimolano paura, disgusto, tristezza, ma anche enorme sorpresa. Tutto questo perché, anche se a un primo tentativo di ricordo, non sovvengono i racconti, basta leggere i titoli per riavere alla mente ogni parola, ogni passaggio.

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Una piccola nota che però mi ha spaesata è stata l’organizzazione nell’ordine dei vari brani: è stata compiuta la scelta di mettere prima tutti i racconti brevi ed Eterno Autunno alla fine, questa cosa tende a rallentare il ritmo, a spiazzare il lettore in quanto, abituato ad affrontare della lunghezza che varia dalle dieci fino a massimo cinquanta pagine. Posizionare Eterno Autunno come finale, comprendo la sua importanza, tale da conferire il titolo all’intera raccolta, non è stata una scelta a mio dire felicissima, perché lo ha reso leggermente difficile da “digerire”.

A parte questa piccolezza, Eterno Autunno, con la sua flessibilità nel presentare storie di lunghezza variabile, si presta molto facilmente a una e a più riletture, in modo da poter affrontare i vari racconti con stati d’animo diversi, perché nascondono non pochi messaggi e sono in grado di far scaturire anche emozioni differenti a seconda dello stato d’animo del singolo lettore.

L’opera di Luca Angelo Spallone in sintesi mi ha colpita, è una boccata d’aria fresca nel panorama italiano per quanto riguarda il genere horror che merita di esser letto e anche riletto poiché offre un parco giochi di emozioni degne di rappresentare il vessillo dell’horror. Per tutti coloro che vogliono delle letture che spaziano dal breve al meno breve, e che sono disposti a mettersi in gioco poiché in Eterno Autunno, preparatevi, si può leggere di tutto!
Voto: 8,5

Incipit
Dodici storie. Un immaginario comune che è contemporaneamente fantastico e cupo. Attimi di trepidante attesa che si alternano a momenti di angoscia, stati d’animo penosi, paesaggi meravigliosi e impossibili. Ci sono omicidi e aggressioni. Qualcuno muore e qualcun altro si salva. Capita di assistere ad avvenimenti inspiegabili o prodigiosi. E accade che i personaggi compiano scelte più o meno condivisibili, proprio come nella vita, interrogandosi su quanto sia possibile scendere a compromessi con una realtà, ben diversa da quella a cui sono abituati, senza impazzire o lasciarsi soggiogare.

Francesca Giardiello, classe ’91, da sempre appassionata di arte sotto ogni sua forma, trova la sua massima realizzazione nel collaborare nell’ambito fumettistico/letterario recensendo e occupandosi di comunicazione; divoratrice di libri sotto ogni loro forma, apprezza particolarmente il genere dark.



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