di Howard Phillips Lovecraft
“Colui che sussurrava nelle tenebre” è un racconto scritto da Howard Phillips Lovecraft che appartiene alla ristretta cerchia informale di quei racconti che presentano un finale sconvolgente.
La storia si sviluppa in prima persona dove il narratore, Albert Wilmarth, intrattiene un dialogo epistolare con un altro individuo in merito a una fastidiosa razza aliena denominata “Mi-go”.
Il cambio di trama si verifica nel momento in cui l’amico di penna di Albert cambia improvvisamente idea sui Mi-go, precedentemente disprezzati, tali da far recare il protagonista a casa di quest’ultimo, nel Vermont.
La vicenda assume connotati veramente inquietanti nel momento dell’incontro, fino a una macabra scoperta che svela tutti gli strani sospetti emersi nella mente di Albert e, se acuto/a, anche nel lettore.
Il racconto possiede una narrativa molto lineare e fluida, pertanto semplice da leggere, accostata di tanto in tanto ad argomenti scientifici che fanno acquisire al lettore un interesse non prettamente letterario e narrativo.
IL CANTO DI VETRO
Arizona. Un uomo si fa esplodere all'interno del centro di ricerca aerospaziale St. Lucy.
Palermo. Nell'ambiente della criminalità serpeggia il misterioso “Canto di Vetro”: è il nome di una nuova droga o il folle messaggio cifrato dei terroristi?
Un poliziotto dell'antiterrorismo indaga e scopre quanto è spaventosa la verità che collega questi due eventi. Il raffinato horror
di Francesco Corigliano è disponibile in ebook e cartaceo illustrato
Inoltre, restando nel pantheon lovecraftiano, si può identificare con grande curiosità, e per la prima volta, la completa caratterizzazione di questa razza aliena, non soltanto nell’aspetto, bensì nelle tecnologie adoperate.
Infine, in maniera alquanto originale, Lovecraft fornisce un nome a Plutone, Yuggoth, che non è altro che il pianeta madre dei Mi-go; la genialità sta, non tanto nel fatto che il pianeta in questione fosse stato scoperto proprio nell’anno in cui venne pubblicato il racconto, bensì nella teorizzazione che lo stesso Lovecraft fece nel 1906 sull’esistenza di tale mondo.
Voto: 9
Incipit
[...] eterna tendenza dello spirito umano a detestare e a temere ‘ciò che differisce radicalmente dalle sue concezioni abituali’.
Antonio Pilato (Ravenna, 11 Marzo 1990) è uno psicopedagogista e uno scrittore italiano.
Fin da bambino si appassiona alla letteratura dell’orrore, leggendo in casa e a scuola i romanzi brevi della serie Piccoli brividi di R. L. Stine.
Terminati gli studi liceali, s’iscrive all’Università di Bologna, laureandosi in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali nel 2013, e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi nel 2015. Nel frattempo, inizia a conoscere più da vicino la prosa di S. King, leggendo diversi romanzi e alcune raccolte di racconti.
Dal 2016 la sua visione della letteratura si allarga ad altri autori, primi fra tutti H. P. Lovecraft e T. Ligotti, i quali influenzeranno non poco i suoi pensieri e il suo immaginario, portandolo a laurearsi una terza volta nel 2018, questa volta in Pedagogia, e a dedicare la sua tesi di laurea proprio al tema dell’infanzia insita nei contesti della letteratura dell’orrore.
Dal 2018 inizia a scrivere, preso da una forte ispirazione innata e arcana, una serie di racconti di genere weird che traggono ispirazione, oltre che dai suddetti scrittori, anche dalla penna di molti altri autori, come E. A. Poe, A. Christie, C. A. Smith, R. W. Chambers, E. S. Gardner e H. Murakami.
Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di racconti, intitolata “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”.
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