Thaumoctopus sapiens

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

I resti di Anguillara Sabazia erano deserti. I pochi residenti preferivano ancora rintanarsi piuttosto che reincontrare per strada un parente adattatosi all'ematofagia o ritrovare il proprio cane con tre teste fameliche. Tutto va bene, voleva pensare la gente.
Tutto andrà bene, pensava deciso lui.
Non lo impaurivano le aberrazioni, nemmanco la milizia: la sua carta d'identità raccontava la bugia di un certo Fabrizio-qualcosa, il quale forse stava riportando a casa delle malridotte bottiglie d'acqua riempite all'unica delle Dodici Fontane della fonte Clavdia rimasta in piedi.
Fedina pulita. Morte recente. Il Disastro aveva spazzato via vite e cose, non i pregiudizi, pensò. Così si mise il documento in tasca, ringraziò il cadavere sbranato e proseguì.
Qualche ora dopo l'attenzione di "Fabrizio" fu richiamata da una figura seduta sul lungolago. Finalmente, un altro.

Si era sollazzato ultimamente con quello che era scappato di casa, sotto all'ex vicolo Grondarella; qualche settimana prima con le due nascoste tra i vagoni smembrati sulla FR3...
"Fabrizio" serpeggiò nell'ombra degli enormi pioppi malati, eccitato. Era fatta.
Nell'avvicinarsi sentì forte la graveolenza del lago Bracciano, nel quale galleggiavano metalli bellici, cartelli d'allerta di rischio biologico e corpi infasciati. La figura era ferma, di spalle.
Lui sentì un'erezione spingergli i calzoni stracciati. Solo pochi metri, pensò.
La figura era un uomo.
Lui così li preferiva. Rallentò il passo per godersi il momento.
Era un ragazzino.
Lui mugolò di piacere, l'erezione quasi doleva. Tirò di tasca una lercia corda di violino. La tese.
Era nudo.
Lui lottò per non venirsi addosso, voleva mantenersi il piacere per quello, mentre lo soffocava...
Nudo?
Il volto del ragazzino scattò all'indietro, era una ventosa, pure il petto, anche al di sotto: un gigantesco tentacolo; altri due emersero dalle acque giallastre che schiacciarono sul pietrisco "Fabrizio". La poltiglia così formatasi fu trascinata nel lago.
Sparì.

Antonio Liccardo "il Collezionista di Attimi"