Passione mortale

Gerard individua a bordo strada una biondina che lo ispira. Incurante della pioggia, lei mette in mostra tutta la propria mercanzia. La ragazza è presto in macchina, a lui viene da sorridere al pensiero che ora sia bagnata in tutti i sensi. La trattativa è stata veloce. Evita sempre di contrattare, così come vuole qualcosa di diverso dalla semplice sveltina: deve portarsela a casa per poterne godere appieno. Gli resta giusto il tempo di rivedere per sommi capi le proprie fantasie.
Lui odia tutte donne e disprezza tutto di loro, tranne un’unica, fondamentale cosa: la capacità di dargli il piacere della carne, per il quale è disposto a pagare. O forse a comprare quanto ha perduto e gli manca il coraggio di prendere con la forza.
Odia le donne, eppure pensa sempre a loro quando prepara la minestra speciale. Ci pensa anche nel tragitto verso casa mentre, anziché chiamarla puttana per cosa le propone e per come si rivolge a lei, mantiene un atteggiamento rispettoso. Proprio come se portasse avanti una qualunque trattativa d’affari. E in fondo per lui si tratta di un semplice pezzo di carne, che valuta per come si vende.
Finalmente la ragazza è sdraiata sul letto, con dita inumidite di saliva si stuzzica i capezzoli. Poi scende giù, infila la mano sotto il leggero tessuto delle mutandine e si accarezza l’umida peluria in mezzo alle gambe. Passa le dita lungo la morbida apertura della vulva, chiude gli occhi per assaporare il piacere quando entra per massaggiare voluttuosamente le pareti della vagina.
Gerard la osserva masturbarsi. «Come ti chiami?» le domanda.
«Non è necessario che tu lo sappia» risponde lei sfilandosi le mutandine. «Sono calda, sono vogliosa, ho tanta voglia di un uomo che faccia l’amore con me. Deve importarti solo di questo».
Gerard è compiaciuto dalla capacità di interpretazione della ragazza.
A maggior ragione lo è quando allarga le gambe, poi si apre in un gesto ancora più impudico, aiutandosi con le dita, per fargliela vedere meglio, per mostrargli la sua intraprendenza. «Leccami. Vieni qui e assaggia il sapore del mio sesso».
Incapace di resistere un secondo di più alla tentazione, eccitato oltre ogni limite, Gerard le affonda la testa tra le gambe per baciare la vulva, le insinua la lingua all’interno. La ragazza geme di un piacere che pare autentico. «Ti piace quello che mi stai facendo, vero? Ti stai eccitando anche tu, lo so. Desideri il fuoco che ho in mezzo alle gambe, desideri possedere il mio corpo per tutta la notte».
Gerard risale lentamente, le sfiora il ventre con le labbra, si sofferma sui seni sodi, poi la bacia sulla bocca come ha appena baciato la vulva. Lei accetta passivamente il bacio, sembra che il desiderio sessuale sia concentrato unicamente sui genitali, e così anche l’ardore. Questo è un fuori programma: dovrebbe essere più attenta alle sue esigenze, è pagata per questo, in fin dei conti. Ma non importa.
«Non perdere tempo con i preliminari. Spogliati e prendimi subito!» Lui si libera in fretta degli indumenti, sentendo il membro dall’erezione poderosa e sbavante per il desiderio. «Infilalo dentro, ti prego» geme lei prendendolo in mano. «Inondami di sperma. Voglio sentirne il getto e godere come una bestia in calore. Prendimi come non hai mai preso nessun’altra prima, fammi svenire di piacere».
La penetra brutalmente, ma lei spinge avanti il bacino per esortarlo ad affondare ancora di più i colpi. «Fammi male, fammela sanguinare!»
Raggiunto l’orgasmo, un Gerard sudato ed esausto si lascia cadere sul letto. Lei è ancora fresca e vogliosa di sesso. Insaziabile. Il pene è afflosciato e dolorante per la violenza dell’amplesso, ancora umido di sperma, e la ragazza glielo accarezza con delicatezza. «Io ho ancora bisogno di farlo».
Senza attendere risposta, si gira verso il fondo del letto, gli bacia i testicoli, scopre il glande arrossato e tumefatto, lecca via le ultime tracce di liquido seminale. Lo prende in bocca per succhiarlo. «Fattelo venire duro. Voglio che tu mi prenda, ancora e poi ancora. Voglio godere per tutta la notte».
Lui torna subito a eccitarsi, del tutto incurante che lo scenario sia diverso da quello richiesto. Si sarebbe accontentato di assai meno, è andato oltre le sue fantasie e il prezzo pattuito. Sentendo il membro pulsare e gonfiarsi nella sua bocca, la ragazza abbandona il coito orale per mettersi a cavalcioni dell’amante. «Adesso ti faccio vedere il modo in cui mi piace fare sesso, cosa voglio davvero».
La ragazza gli afferra senza troppi complimenti le mani per legarle alla testata del letto con i collant. Un altro fuori programma, di cui proprio non si lamenta, perché subito dopo lei si infilza con il vigore di un’ossessa. Poi inizia a muoversi sopra di lui con furia cieca, fino a straziargli il membro.
Solo allora Gerard urla di dolore, implorandola di smettere quella tortura, si accorge della presenza di un qualcosa di diverso nella sconosciuta, e non soltanto nel suo modo di fare sesso. Ora si rivela uno spirito demoniaco dalle sembianze femminili, in lei è sparita ogni parvenza umana.
Gerard è un maniaco delle definizioni, e non soltanto di quello. Il nome corretto della creatura sarebbe succubo: in altre circostanze apprezzerebbe, ma ormai la questione è irrilevante, non si tratta più di un atto finalizzato al piacere.
I genitali della creatura gli impediscono di sottrarsi alla tortura, imprigionano il membro dilaniato, trasformano l’umido contatto dei loro corpi in una sofferenza atroce. Come le fauci di una pianta carnivora, all’improvviso la vulva si spalanca per divorargli pene e testicoli in un solo boccone.
Appagata in tutti i suoi famelici appetiti, la creatura giace sul letto accanto al suo cadavere, si accarezza la fonte del piacere e del nutrimento. Lasciato libero dalla morsa ferale, Gerard lotta invano per portarsi le mani al pube, urlando di dolore al pensiero del lago di sangue che si allarga tra le sue gambe e poi…
E poi Gerard si risveglia dall’incubo a occhi aperti. Ha sogni erotici terribilmente vividi, quasi gli fanno paura. Il continuo soccombere al sesso femminile lo trascina in situazioni imbarazzanti, al limite dell’assurdo. Come adesso che dopo attimi di vuoto, di cui non conserva memoria, torna in sé nella cucina, scoprendo si essere riuscito a farselo venire duro di fronte a una pentola. L’ingrediente della minestra da servire è frutto della propria passione mortale. Col mestolo recupera la carne utilizzata per il brodo, tirando fuori dalla minestra una mano femminile.
A letto la biondina è stata una totale delusione. Inutile illudersi, il sesso senza amore perde di significato: perduta la donna perfetta, non si possono comprare i sentimenti delle altre. La ragazza giace scomposta sul letto, occhi riversi al soffitto aperti a vedere il nulla, lividi violacei intorno alla gola.
Gerard è schifato da quel corpo privo di vita. Non intende abusarne, vuole solo completare in fretta il lavoro. Si carica in spalle il cadavere, lo porta nella stalla e lo adagia proprio davanti al recinto dei maiali. Le bestie fremono e annusano l’aria, lui afferra l’accetta e sente la loro frenesia per il cibo in arrivo.
Un singolo colpo stacca la mano della ragazza, mentre i versi crescono d’intensità come a sottolineare l’attimo. Ormai si avvicina il momento della cena: ai maiali spetta la carne, a Gerard la solita minestra.

Gianluca Ingaramo