La maledizione

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2015 - edizione 14

Avevo 27 anni quando mi maledisse. Io le risi in faccia: non credevo a quelle stupidaggini.

 

I primi a cadere furono i capelli: avevo una folta chioma castana che prese visibilmente a diradarsi. Decisi di ignorare il fenomeno e indossare sempre il cappello.
Poi toccò ai denti. Quello fu decisamente più doloroso; un giorno quasi soffocai perché uno mi andò di traverso. In gran segreto mi feci fare una dentiera.
Cominciai seriamente a preoccuparmi quando la mia pelle iniziò ad afflosciarsi e raggrinzirsi come cartapesta: a volte, guardandomi allo specchio, avevo l’impressione di essere sul punto di sciogliermi e sbriciolarmi allo stesso tempo.
Sentivo i muscoli che si assottigliavano, le ossa farsi più fragili, le articolazioni scricchiolare minacciose; anche la vista calava, i miei cibi preferiti perdevano il loro gusto, la notte non riuscivo più a dormire.
Cercai invano di rintracciarla, per implorarla di sciogliere il maleficio. Un giorno mi parve di vederla all’angolo della strada. Le corsi dietro, gridando, ma dopo pochi metri mi ritrovai con le mani al petto dolorante, il fiato corto e il cuore che batteva come una grancassa; lei era sparita.

Ora la fine è vicina. Il mio corpo in disfacimento è bloccato su una sedia a rotelle, le gambe scheletriche non rispondono ai miei comandi, respiro solo grazie all’aiuto dell’ossigeno e vedo il mondo attraverso lenti così spesse e pesanti che hanno scavato un solco indelebile nell’incavo del naso.
Ho novantadue anni; gli altri sostengono che le trasformazioni del mio corpo e tutti gli acciacchi che mi tormentano sono dovuti all’età.
Ma io so.
Giorno dopo giorno perdo la capacità di ascoltare i suoni reali, ma inizio a udirne altri che non dovrei sentire. Fischi, sibili inquietanti che non smettono mai: è la strega che continua a sussurrare la sua maledizione.Berenice Boggio

Trent'anni alle porte, una laurea in servizio sociale che spero di ottenere a breve, ho una grande esperienza come divoratrice di libri di ogni genere. Nel tentativo di diventare un po' più scrittrice cerco di mettere nero su bianco il mondo per come lo vedo io.