L'eredita'

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2013 - edizione 12

Un’auto percorreva il viale alberato di quelle immense pianure. In lontananza la vecchia cascina. Alice Mazzini era cresciuta, la bambina seduta sulle gambe della nonna era diventata una donna, scettica, introversa, sempre immersa nel lavoro. Professione architetto. La nonna era venuta a mancare, lasciando a lei tutta l’eredità. Quella cascina l’aveva sempre desiderata, ora voleva modificare quel luogo di tranquillità in un lussuoso Residenze. Quand’era piccola, nelle lunghe giornate d’inverno davanti al caldo fuoco del camino, la nonna gli raccontava di quando era bambina. Raccontava di un dì; averli visti arrivare da oltre la collina, alcuni soldati tedeschi e in fila indiana... Bambini ebrei. Marciavano a piedi nudi. Vennero rinchiusi nel granaio. Nella notte si sentì una mitraglia, impaurita, andò alla finestra in direzione degli spari, provenivano da dentro il granaio. La mattina seguente il granaio era vuoto, al centro c’erano i segni di una grossa buca appena ricoperta. Narrava che le notti a seguire si sentivano delle voci, voci di bambini.

All’ingresso della cascina, Alice scaricò dall’auto la valigia e si diresse con curiosità nel granaio. Quando vi entrò ebbe una strana sensazione, si sentiva osservata, movimenti di ombre tutt’ intorno. Trattenendo il respiro per tutto il tragitto, entrò in casa, si recò in bagno e bagnato il viso si guardò allo specchio e scoppiò in una nervosa risata. Giunse la notte. Era nella camera che fu della nonna, dopo un leggero giro di vari pensieri prese subito sonno... Fu un sonno molto breve. La mattina con la valigia in mano, correva verso l’auto. La testa gli scoppiava e gli occhi erano fuori dalle orbite. Era stata una notte... una notte che non avrebbe più dimenticato... una notte in un luogo silenzioso dove aveva dominato il suono straziante di voci infantili che urlavano il loro dolore... Urla dal granaio.

Marco Andreato

Marco Andreato, classe 1971 nativo di Sabaudia titolare di un bar-birreria nel Varesotto dove lo gestisce insieme alla moglie amante della letteratura romanzesca e poesie scrive per amor proprio e, amore verso il cartaceo.