Scherzetto

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2013 - edizione 12

Serena adorava la notte di Halloween. Al solito si era presa un giorno di permesso da lavoro e al solito trafficava con pentole e fornelli mentre Chupito, il suo cucciolo di Chupacabra, si lavorava un osso alla sua maniera. L’aveva travestito da cane lupo per evitare traumi ai ragazzetti troppo impressionabili. Affascinata osservò gli occhi annacquati della ragazza distesa a terra, un grumo di sangue rappreso a colorarle la fronte, i suoi inutili tentativi di liberare i polsi fissati a una gamba del tavolo da una corda nera e spessa. Quindi Serena tornò a occuparsi dell’impasto dei dolcetti. Il segreto stava tutto nel dosare opportunamente i vari ingredienti con il giusto tempo di cottura, per evitare antiestetici bubboni pestilenziali dall’aspetto affatto invitante. Assaggiò il composto e infornò la teglia buttando un occhio al timer. Poi si rilassò abbandonandosi ai rumori di sottofondo. Le ossa scartavetrate dalla motosega. I moncherini insanguinati.

Le urla. I vecchi film horror alla televisione erano un vero toccasana! Fino al trillo ipnotico del temporizzatore del forno. Sfornò il tutto, siringando a fantasia con la panna montata. Un lavoro ineccepibile, pensò constatando come il tempo fosse volato. Qualcuno suonò il campanello.
“Dolcetto o scherzetto?”, chiese un bimbetto vestito da fauno infilando il muso timido oltre l’uscio socchiuso. Serena lo invitò in cucina.
“Che bel cagnone”, disse il fauno solleticando con una manina il muso di Chupito. L’animale gli sorrise digrignando i denti affilati.
“Oh! Sì, è un Chupacabra”, rispose Serena sorridendo.
“Un chuprabarba”, ripeté il bimbetto. La bestia lo puntò tendendo le zampe posteriori.
“Succhia capre. Scherzetto e buon appetito”, rispose Serena battendo le mani.
Chupito specchiò la propria immagine da belva negli occhi terrorizzati del fauno. Esalando nell’aria un verso alieno la bestia lo ghermì, cominciando a spolparne le ossa alla sua maniera.

Davide Cadò